Riqualificazione. 191…. non uno di più !!!!
….questa è la risposta che con il DPR 28/4/06 pubblicato su g. u. n.117 del 22/5/06
è stata data alle aspettative di circa mille lavoratori che nel corso dell’anno passato ( e dopo decenni di mansioni superiori svolte e inutili attese) hanno sostenuto e superato i percorsi di riqualificazione relativi ai passaggi d’area.
Questa rappresenta, anche, l’aberrante logica delle compatibilità economiche, dettata dagli interessi dei mercati, che continua a considerare i pubblici dipendenti come un costo e non come una risorsa.
Dopo sei anni dalla firma degli accordi del CCNI Ministero del Lavoro la riprova che le scelte operate con quegli accordi sono state non disattese (come alcuni oggi vogliono farci credere approfittando ancora una volta dell’ingenuità dei lavoratori) ma bensì nefaste, è sotto gli occhi di tutti.
Le politiche liberiste attuate dai governi degli ultimi quindici anni hanno fatto oggetto i lavoratori del pubblico impiego, ed in particolare, quelli dei ministeri di una vera e propria campagna denigratoria atta a convincere l’opinione pubblica che riforme dolorose, anche contro i lavoratori pubblici (blocco delle assunzioni, tagli alla spesa pubblica con inevitabile ricaduta nell’erogazione dei servizi ma inevitabili dovessero essere approntate per il bene collettivo. Dalla massificazione del lavoro precario alla privatizzazione delle imprese pubbliche con l’attacco a strutture quali la sanità, la scuola, la previdenza e nel caso del Ministero del Lavoro con l’attacco all’attività ispettiva, alle vertenze del pubblico impiego e del privato, alla dismissione della Cooperazione che vuole regalare l’attività di vigilanza alle associazioni delle cooperative e, prima ancora, allo smantellamento degli uffici di collocamento.
Questo è il punto stiamo perdendo progressivamente ogni diritto!!
Se la concertazione, prima, e l’arroganza dell’ultimo governo di centro destra, poi, vorrebbero relegare una categoria di centinaia di migliaia di lavoratori in una sorta di buco nero dove i contratti non sono espressamente dovuti, le progressioni di carriera rimangono appannaggio di pochi, il TFS può essere affidato alle banche o alle assicurazioni, il FUA ha necessità di sfinenti contrattazioni per tornare almeno in parte ai lavoratori a cui è stato sottratto e il riconoscimento delle mansioni superiori svolte per decenni diviene una concessione spesso negata, noi dobbiamo rispondere riappropriandoci della dignità del nostro ruolo. Pertanto, i lavoratori della nostra Amministrazione devono cominciare a misurarsi con questo e non con altro!
Dobbiamo ricordare all’attuale Governo e pretendere da esso di essere messi in condizione di svolgere la nostra principale funzione: quella di garantire e assicurare ogni tipo di servizio pubblico e sociale.
Se non si rivendica e non si pretende di svolgere con dignità il proprio ruolo ogni diritto viene meno, ogni giusta istanza può essere tranquillamente disattesa…anche quella di firmare un contratto dopo aver superato un corso concorso…. anche quella di mettersi seduti ad un tavolo di contrattazione per porre le basi di un nuovo CCNI dal quale tutti i lavoratori esclusi, e sottolineiamo tutti, possano avere una risposta concreta pari dignità diritti e un salario migliore.
Roma, 29 maggio 2006