ATTIVITA' ISPETTIVA
Incontro con l’Amministrazione del 30 giugno 2014
Dopo il primo incontro, in data 10 giugno, con il ministro Poletti, che in risposta alle richieste degli ispettori del lavoro rimandava tutto alla cosiddetta riforma della P.A. e, mentre nel concreto ipotizzava solo un aumento da 1/5 ad 1/3 del rimborso del carburane per l’uso del mezzo proprio (ma guarda un po’!) da finanziarsi naturalmente con gli introiti delle sanzioni (!) preannunciava la costituzione di un’agenzia unica nazionale dell’ispezione in cui far confluire i diversi servizi ispettivi attualmente operativi, oggi, 30 giugno, nella riconvocazione del tavolo, quello che il Ministero ha riproposto è stato lo stesso menù.
Nessun ripensamento sul ruolo e la funzione dell’ispezione del lavoro e degli ispettori del lavoro.
Nessuna autocritica sulle modalità ed i criteri di valutazione dell’attività degli uffici e dei singoli ispettori. Nessuna strategia volta almeno a garantire la sicurezza e l’incolumità degli ispettori del lavoro.
Del resto da un governo che spinge l’acceleratore sullo smantellamento di quel che rimane della legislazione sociale e del lavoro inteso come diritto, cosa ci si può aspettare di diverso di fronte alle rivendicazioni degli operatori di quel servizio che ha, avrebbe, lo scopo di tutelare i lavoratori facendo rispettare quelle leggi e quei diritti?
Non è un caso che i criteri di valutazione degli uffici e dei singoli ispettori siano stati ridotti a numeri, e numeri peraltro prefissati come risultati attesi, senza alcuna considerazione del contesto sociale ed economico, senza alcuna considerazione della complessità intrinseca di un accertamento rispetto ad un altro, senza considerare come l’eventuale regolarità riscontrata al termine di un’ispezione non possa essere assunta come una colpa dall’Amministrazione ma, semmai, debba essere valutata come un dato positivo che emerge dal tessuto socio economico, dato che rispecchierebbe anche l’efficacia dell’azione ispettiva.
No, mentre si smantellano tutele e diritti si è trasformato un Ufficio e i suoi operatori posti a tutela di quei diritti, in guardiani chiamati a raccattare fondi tra le fasce più deboli dell’imprenditoria già allo stremo per la crisi e le tasse.
E’ evidente come siano necessarie soluzioni tampone per ripristinare almeno il decoro e la sicurezza degli ispettori del lavoro, ma è altrettanto vero come non sia pensabile una vera soluzione che non parta da un ripristino del ruolo e della funzione dell’ ispezione del lavoro, del resto riaffermata con forza solo a gennaio di quest’ anno dal Parlamento Europeo.
Ve ne è la necessità, in primo luogo per le lavoratrici ed i lavoratori che subiscono l’imbarbarimento progressivo delle loro condizioni di vita e di lavoro, ma anche e per intero per gli stessi ispettori.
Una necessità questa che non viene risolta col falso tecnicismo di un’agenzia unica dell’ispezione.
Se non c’è un radicale mutamento di rotta politica ed amministrativa sull’intera partita del lavoro, il raggruppare in un’ammucchiata tutte le figure ispettive potrà essere utile solo a porre sotto il controllo diretto ed immediato del governo, dell’uomo solo al comando, lo strumento dell’ispezione del lavoro, ad unificare in una sola modalità - quella che già conoscono a loro spese gli ispettori del lavoro - i diversi servizi.
Certo, è necessario coordinare le attività ispettive, evitare la duplicazioni e le diseconomie, ma per fare questo basterebbe una banca dati comune, aggiornata in tempo reale ed un protocollo d’intervento tra i diversi Uffici.
Basterebbe equiparare a livello più alto l’inquadramento economico e normativo di tutto il personale ispettivo.
Basterebbe non lesinare all’attività ispettiva le risorse economiche necessarie alla sua azione.
Quel che serve al lavoro non è un’agenzia ancora più distante e sorda alla voce dei lavoratori, ma servizi ispettivi che tornino a fare il loro mestiere nel rispetto della professionalità dei propri ispettori e nell’interesse dei lavoratori.
Al tavolo tecnico c’è stato comunicato che i fondi residui destinati ai rimborsi chilometrici saranno attribuiti alle sole direzioni che hanno continuato la normale attività.
Ovvero: chi lotta resta a secco!
Il “tavolo tecnico” si rivedrà a breve per discutere dell’orario di lavoro degli ispettori.
Roma 30.06.2014
Coord. Nazionale USB P.I. Ministero Lavoro