ACCORDO LOCALE FUA 2010 PER GLI UFFICI DELL'AMMINISTRAZIONE CENTRALE

( Coazione a ripetere )

Roma -

Questa O.S. nell’incontro dell’11 febbraio u.s., a seguito dell’ ipotesi di accordo presentata dall’Amm.ne sulla ripartizione del FUA 2010 relativa agli Uffici dell’ Amm.ne Centrale, ha ribadito le ragioni della propria netta contrarietà all’Accordo Integrativo a stralcio del CCNI sulle politiche di incentivazione della produttività del personale sottoscritto da CISL, UIL, UNSA e FLP  in data 18.02.2009  e di cui l’accordo locale FUA del 2009 e l’ipotesi di accordo per l’anno 2010 sono la copia in calce. 

 

 Le ragioni, come abbiamo  già scritto in altri nostri comunicati, sostanzialmente sono le seguenti:

1) l’Accordo del 18.02.2009 ha anticipato il sistema di incentivazione della produttività e di valutazione del personale introdotto dal d.lgs 150/2009 anche detto “decreto Brunetta”  che va a regime nel 2011,  cioè quest’anno;

2) l’Accordo del 18.03.2009, tra le altre cose, contiene al suo interno un vero obbrobrio: la decurtazione degli incentivi economici (relativi alla produttività su base collettiva) per le assenze retribuite equiparate alle presenze  e ciò in spregio nelle normative vigenti italiane ed europee.

 

In pratica l’ipotesi di accordo, leggendo bene tra le righe di un linguaggio volutamente fuorviante, colpisce indiscriminatamente chiunque si ritrovi in stato di necessità.  E’ come se per combattere la mafia  si colpissero le vittime al posto, per l’appunto, dei mafiosi!

 

Non ci pare un paragone eccessivo, perché nella P.A. la mafia certo non manca: basti pensare alle infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici, alla enorme lievitazione dei costi di molte opere pubbliche, alle logiche clientelari, alle esternalizzazione costose e quasi sempre inutili di servizi pubblici per favorire ditte compiacenti/ riconoscenti  e non di rado legate alla criminalità organizzata, ecc.

 

Invece, per i ministro Brunetta, per la Cisl e per la Uil e codazzi vari,  l’inefficienza e gli sprechi nella P.A. sono dovuti ai lavoratori fannulloni e, tra questi, in primis ai lavoratori colpiti da  disgrazie,  alle  lavoratrici che  osano figliare e accudire i propri figli, a quei padri (pochi!) che  si alternano alle madri nella cura della prole, insomma a quanti usufruiscono di un sistema di diritti universali ritenuto il responsabile delle lentezze e delle disfunzioni  della P.A.

 

E’ evidente che l’anticipazione del decreto Brunetta fatta dai sottoscrittori dell’Accordo a stralcio 2009 proprio per il personale del Ministero del Lavoro guidato dal ministro Sacconi, non è avvenuta a caso.

 

Infatti il percorso che è stato da tempo delineato dal Governo in carica, da Cisl e Uil con la complicità fattiva di buona parte della c.d. opposizione politica e contrabbandato come necessaria innovazione e modernizzazione della società (vedere il libro verde/bianco di Sacconi “la vita buona nella società attiva” e il suo piano triennale del lavoro da cui discende il collegato lavoro; vedere gli accordi alla Fiat  e, ultimo in ordine di tempo, vedere l’accordo del 4 febbraio scorso sulle relazioni sindacali), si pone  come obiettivi principali:

 

-  la cancellazione dei diritti universali a favore di diritti  selettivi da assegnare al singolo individuo, del tutto isolato dagli altri,  su base meritocratica;

- la cancellazione dei sindacati non disposti a rinunciare alla loro funzione sociale    con il conseguente riconoscimento solo di quelli complici;

- la liberazione del lavoro dal conflitto collettivo e individuale che è tra gli obbiettivi prioritari della legge 183/ 2010 (collegato lavoro);

- l’indebolimento del valore dei contratti collettivi nazionali (in vista della loro definitiva abolizione)  e l’incentivazione della contrattazione c.d. di secondo livello;

-  la vanificazione del ruolo e della funzione delle RSU attraverso l’attivazione del rapporto diretto  dei dirigenti con ogni singolo  dipendente  per l’assegnazione  della gran parte del salario accessorio e degli incentivi sulla produttività.

 

Quindi tra il “nuovo corso” del ministro Sacconi per quanto concerne l’intero sistema industriale, di cui l’accordo di Mirafiori è  la chiara esemplificazione,  e l’impianto della riforma Brunetta  per quanto concerne la P.A. ci sono forti analogie anzi, potremmo dire,  sono le due facce della stessa medaglia. 

 

I lavoratori del nostro Ministero  con l’Accordo  a stralcio sulla produttività del 2009 (anticipatorio e, a questo punto, propedeutico all’applicazione del dlgs. 150) hanno fatto semplicemente da apripista.  E gli accordi locali, sia relativi all’Amministrazione Centrale sia relativi agli Uffici Territoriali, sono passibili solo di modifiche   irrilevanti rispetto all’Accordo Nazionale.  Infatti ciò che resta da contrattare,  a vantaggio dei lavoratori, da parte dei componenti delle RSU e delle OO.SS. territoriali è  davvero molto poco.

 

Così poco che negli incontri dell’11 e 18 febbraio c.a. si è partorito un accordo fotocopia di quello del  2009, che per il 2010 ribadisce le stesse percentuali (40% alla produttività collettiva e 60% a quella individuale) perpetrando di nuovo le stesse identiche discriminazioni contenute negli accordi precedenti. Tutto questo con l’aggravante che i fondi a disposizione rispetto all’anno 2009, per effetto delle progressioni economiche, sono all’incirca la metà. Ora se consideriamo che 2800 lavoratori saranno esclusi  da tali progressioni possiamo, senza tema di smentita, sostenere che per effetto di tale accordo coloro i quali saranno esclusi dalle progressioni economiche (quindi non percepiranno gli arretrati relativi per l’anno 2010) subiranno una doppia penalizzazione salariale.

 

Mentre la presidenza del Consiglio dei Ministri, le amministrazioni economiche (MEF ed Agenzie delle Entrate) e lo stesso Ministero della Funzione Pubblica si sottraggono alla valutazione della produttività del personale, presso il nostro Ministero da due anni  le logiche perverse che umiliano, dividono, mortificano  e impoveriscono i lavoratori passano con l’assenso dei sindacati complici.

 

RINNOVO DEI CONTRATTI, ELEZIONI RSU, ABROGAZIONE DELLA “RIFORMA BRUNETTA”

 

SCIOPERO GENERALE DELL’11 MARZO

MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA

 

 

Roma, 21.02.2011                      USB/P.I. Coordinamento Nazionale Lavoro e P.S.