La Contro-Costituzione del Ministro Fornero
Aspettando la revisione di spesa
“Art. 1 : L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
Art. 4 : La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.”
Dalla Costituzione della Repubblica Italiana
Quando i nostri “padri fondatori” parlavano di lavoro, intendevano il “lavoro vero” quello che da sicurezza e dignità alle persone. La sicurezza di potere costruire un futuro per se stessi e per la propria famiglia, la dignità di essere affrancati del bisogno e dal ricatto del più forte, la libertà di essere indipendenti nelle proprie scelte.
All’ alba dell’ approvazione, da parte del Governo, di una devastante riforma del mercato del lavoro che rende più facile licenziare chi è occupato e lascia come alternativa a chi non lo è un’ elenco interminabile di “ tipologie di lavoro a perdere”, condite dall’ utilizzo sempre più massiccio dei “vouchers”, del lavoro a intermittenza (forme di lavoro sempre più precarie), il Ministro Elsa Fornero ci regala l’ennesima chicca affermando, in un intervista al Wall Street Journal, che “ il lavoro non è un diritto ”.
L’affermazione della prof.ssa Fornero la dice lunga (se qualcuno nutrisse ancora dubbi) sulla considerazione che il ministro ha nei confronti dei lavoratori italiani, quegli stessi che attraverso l’opera del suo dicastero dovrebbero essere protetti, tutelati proprio al fine di promuovere quelle condizioni che, come dice la nostra Costituzione, rendano effettivo il loro diritto. Rincara la dose sempre la Fornero quando in Parlamento nell’illustrare la riforma dice che con l’attuazione di essa “si sono salvaguardate le persone e non i posti” : ribadendo, in questo modo, che in tale riforma si ritiene assolutamente disgiunto il diritto del cittadino al posto di lavoro e alla dignità che ad esso attiene.
Non consideriamo le affermazione del Ministro una semplice “gaffe”, la riteniamo invece l’ennesima dimostrazione di disprezzo nei confronti della classe lavoratrice chiamata da questo governo a pagare il prezzo più alto di una crisi nata dalla speculazione finanziaria e aggravata da decenni di governi che, anche con la complicità di alcune OO.SS, hanno smantellato il diritto al lavoro per le vecchie e nuove generazione attraverso leggi, accordi e contratti il cui unico risultano è stato il massacro dei diritti e l’impoverimento della parte più debole della società.
Dimostrazione di disprezzo che in questi mesi il Ministro ha ampiamente dato nei rapporti con i lavoratori di questa amministrazione, “concedendo” un incontro puramente interlocutorio in relazione al futuro progetto politico del Ministero. Incontro che non ha sciolto nessuno dei nodi posti dalle OO.SS. , illudendo le stesse (o chi ci ha voluto credere!) sull’ impegno (non onorato) di successivi incontri per la risoluzione di criticità quali: progressioni economiche, fondo unico, sospensione, delle procedure del sistema di valutazione. Ad oggi nessuna convocazione è stata programmata, in particolare per discutere dell’accordo economico del FUA 2011, accordo che se non venisse siglato in tempi brevissimi (pochi giorni) impedirebbe di distribuire i soldi persino alla fine del 2012.
Non vorremmo che la risoluzione di tali problematiche fosse demandata insieme al taglio delle tredicesime, alla riduzione dei buoni pasto e a l’attuazione della mobilità forzata, così come pare emergere dalle ultime indiscrezioni, anche ai provvedimenti sulla “revisione di spesa” e ai conseguenti tagli che il governo presenterà nelle prossime ore.
Roma, 28 giugno 2012
USB/P.I. Coordinamento Nazionale Lavoro e P.S.