E questa è casa Mia…….e qui comando IO!

Roma -

A giudizio di questa O.S., con l’ordine di servizio n.19 del 23 settembre  u.s. il nuovo Direttore, nel ribadire regole  risapute fissate da norme contrattuali e accordi interni sull’orario di lavoro, art.18, legge 104, ecc. ha inteso trasmettere al personale l’ immagine di uomo energico, col polso di ferro, che fa sul serio nell’attivazione di provvedimenti disciplinari in caso qualcuno sgarri dalle regole.

Se, per esempio, ad uno di noi occorre prendere all’improvviso un giorno di ferie e per la comunicazione d’urgenza non passa attraverso l’iter stabilito, zac! ecco in agguato il provvedimento disciplinare. Se i piani ferie non vengono presentati entro i termini stabiliti nell’ordine di servizio, arizac!…altro provvedimento con relativa minaccia di farli saltare!

 

 Egregio Direttore, ma tanta severità da Lei paventata in più occasioni, e non solo da Lei ma, da quel che ci risulta, anche  da uno dei tre responsabili di Unità Operative che, tempo fa,  durante  una riunione  coi responsabili delle sue linee di attività  ha pensato bene di informare circa i provvedimenti disciplinari da Lei già adottati, nonché addirittura ha citato non meglio identificati licenziamenti da Lei effettuati (oltre ad inviare fogli di istruzione  sempre dai toni lievemente minacciosi), tanta severità  - dicevamo - è  forse a senso unico? Alleghiamo al presente comunicato la lettera da noi trasmessa al Direttore Generale dott. Pianese nel mese di agosto, poiché ci sembra grave che nel suddetto mese tutti, ma proprio tutti, i responsabili di linea fossero in ferie, ivi incluso il Direttore e, già che ci siamo, gradiremmo da Lei una risposta in merito alla  nostra richiesta di chiarimenti  in ordine alle normative seguite nella rimozione dei beni mobili stipati nei garage di questa DPL, anche perché noi siamo o dovremmo essere il Servizio Ispezione del Lavoro.

 

Ancora una volta, con l’ultimo o.d.s., assistiamo allo spostamento e al demansionamento di personale senza avere la decenza almeno  di informarne prima  i componenti della RSU, oltre ai diretti interessati, generalmente del tutto ignorati come fossero ectoplasmi. In qualche caso, a causa di tali provvedimenti autoritari, si diffondono all’interno dell’Ufficio voci che mettono in dubbio la  serietà professionale di tale o di tal altro   per giustificare  il demansionamento. Voci quasi sempre controbilanciate da altre in base alle quali, invece,   sarebbero stati  proprio gli stessi interessati/e  a richiedere  di  non occupare più la posizione di responsabilità che ricoprivano e/o di essere spostati in altri settori.

  In realtà riteniamo che si possa e debba  senz’altro parlare di vero e proprio danno biologico subito dai colleghi  regolarmente coinvolti dagli spostamenti, o almeno da una parte di loro.

 

 Né ci sembra che Lei abbia interrotto l’antica abitudine a non  mettere per iscritto istruzioni sulle modalità di operare del personale ispettivo riguardo a questioni molto serie come, per esempio, la revoca di sospensione del cantiere edile in assenza di formazione  delle maestranze da parte del Cpt.  La riapertura del cantiere, per non penalizzare troppo le imprese, con l’allontanamento di quella parte di lavoratori in attesa della formazione prevista per legge  e, quindi,   con conseguente diminuzione di operai nel cantiere stesso, non potrebbe  mettere a rischio l’incolumità dei restanti lavoratori presumibilmente costretti a ritmi più elevati?

 

 Perché lasciare ai singoli ispettori la responsabilità di  trovare escamotage per ridurre i tempi della sospensione o interpretare norme e direttive che, nei fatti, li hanno disarmati, anziché  attivare in modo coordinato, costante e continuativo, almeno in un settore ad elevato  rischio  di infortuni come quello edile,  la vigilanza sinergica tra amministrativi e tecnici? Poteva essere, come abbiamo già detto,  non certo la soluzione del problema, ma almeno il tentativo di riduzione del danno provocato da direttive, note applicative, circolari e norme sempre più a favore delle aziende.

 

Perché il Direttore e i responsabili delle Unità Operative non mostrano risolutezza,  rigore, autorevolezza  per restituire davvero efficacia all’attività di vigilanza, anziché   minacciare di  prendersela con chi non consegna, entro i primi del mese,  i famigerati “numeretti” per le statistiche sulla  cui  veridicità, nella rilevazione reale dei fenomeni  di cui è piagato il mercato del lavoro (in primis il lavoro nero) molto, anzi moltissimo, ci sarebbe da dire, tenuto anche conto dell’organico in forza?

 

Purtroppo da molto tempo  il nostro Ufficio, nei comportamenti  suggeriti al personale ispettivo dalle varie Direzioni, sembra addirittura aver anticipato l’orientamento che vuole l’ispettore consulente delle imprese,  così come oggi appare nella direttiva Sacconi, piuttosto che esercitare la funzione di controllo. Quante volte abbiamo denunciato  nei nostri comunicati che, sotto sotto,  gli ispettori non devono disturbare troppo le aziende che altrimenti delocalizzano là dove  non esistono diritti?

 

Adesso, però abbiamo toccato il fondo.

 

Dobbiamo reagire  e iniziare a farci sentire con iniziative forti, fuori dalle quattro mura dell’Ufficio davanti alle Sedi dove vengono prese le decisioni, emanate le direttive, le circolari e le note applicative che vogliono gli ispettori del lavoro simili ad agnellini  inermi da sacrificare, insieme ai lavoratori, sull’altare del profitto.

 

E a restituire senso all’attività dell’Ufficio non bastano certo i blitz in quello o in quell’altro settore merceologico, voluti dal superiore Ministero ed usati, a nostro giudizio, come cortina fumogena, per offuscare l’indebolimento del sistema sanzionatorio, la mancanza di risorse e di strumenti, la perdita  di autorevolezza e quindi di reale efficacia del corpo ispettivo. Per non parlare dei carichi di lavoro che si abbattono sul personale, del tutto insufficiente anche a causa delle numerose “fughe” di buona parte di ispettori e accertatori, e quello che resta è  già fortemente oberato dalle moltissime denunce e dalle segnalazioni  dei lavoratori, dei Sindacati, degli Enti  che così  rischiano di restare inevase e di prescriversi.

 

Il Ministero succhia personale, taglia risorse e poi pretende che i soldatini scattino sull’attenti quando sono cooptati dai Capi Area per dar lustro al Ministero medesimo attraverso operazioni più di facciata che di sostanza, se per sostanza si intende la diminuzione dei fenomeni di illegalità e sfruttamento e, soprattutto, la salvaguardia della salute e della vita delle lavoratrici e dei lavoratori.

 

Ci appelliamo dunque a tutte le lavoratrici ed i lavoratori di questo Ufficio, alle organizzazioni sindacali, alle RSU:

 

-         per costruire un percorso di mobilitazione in tempi brevi e nei luoghi da decidere insieme;

-         per rivendicare diritti e dignità per tutti i lavoratori amministrativi ed ispettivi;

-         per riaffermare il ruolo del personale ispettivo visibilmente sotto attacco;

-         per definire l’annosa e incredibile questione degli ex addetti alla vigilanza e degli accertatori; 

-         per fermare l’emorragia di personale  e richiedere la restituzione degli oltre cento ispettori sottratti al territorio;

-         per impedire un ulteriore e comodo “diritto d’opzione” che permetterebbe a chi ha partecipato ai percorsi di riqualificazione per diventare personale ispettivo di ritornare a svolgere, una volta acquisito il livello economico superiore, funzioni amministrative;

-         per modificare il modello di riorganizzazione della DPL di Roma, contestato dall’intera RSU, con la riapertura di un tavolo di discussione con la Direzione che finora continua a fare orecchie da mercante.

 

NOTIZIE DELL’ ULTIMA ORA….. è arrivata nel pomeriggio di ieri 5.11.08  da parte della Direzione Provinciale la CONVOCAZIONE PER IL GIORNO 26.11.08.