CONCILIAZIONE AL MINISTERO DEL LAVORO: AGGIORNIAMO IL PERSONALE
Nella giornata odierna siamo stati convocati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per il tentativo di conciliazione, a seguito della proclamazione dello stato di agitazione del 20 maggio.
Abbiamo subito osservato l’assenza della parte politica del Ministero del Lavoro, sebbene a conoscenza della procedura di raffreddamento, mentre erano presenti dirigenti della DC Risorse dell’INL e della DG Rapporti di lavoro del Ministero del Lavoro, i quali hanno confermato l’esclusione dell’INL, ad opera della L.69/2025, dalle amministrazioni destinatarie del fondo di 190 milioni e ripetuto cose a noi già note: proposte da parte dell’Ufficio Legislativo del Ministero del Lavoro andate a vuoto e volontà politica di rimediare all’esclusione.
In concreto, non è stata chiarita la ragione della mancata approvazione alla Camera di un emendamento che ci includesse, nè sono stati chiariti i provvedimenti normativi né la tempistica necessari per la soluzione della questione. Nel nostro intervento abbiamo evidenziato che ciò che accade all’INL da qualche anno in tema di adeguamento salariale continua a ripetersi e non trova soluzione, sottolineando come i dipendenti siano chiamati in causa quando si tratta di garantire controlli e servizi di prossimità ai cittadini ma che ci si dimentica di loro ogni volta (e questa è la terza volta in tre anni!) ci sia sul piatto il riconoscimento di incrementi salariali.
Considerata la necessità di rapportarsi direttamente con un rappresentante del gabinetto della Ministra, USB si è detta disponibile ad altro incontro a condizione che allo stesso intervenga il vertice politico del Ministero del Lavoro. La riunione, quindi, è stata aggiornata alla fine della prossima settimana.
Insomma, le ragioni per uno sciopero ci sono tutte: se non si riesce ad ottenere dal MEF parità di trattamento per i lavoratori dell’INL allora la situazione è davvero preoccupante e non sembra risolversi.
Le passate esclusioni dalla perequazione dell’indennità di amministrazione nel 2022 e nel 2023 e l’attuale estromissione dal fondo perequativo di 190 milioni sono la prova che non si tratta di un mero errore, di una svista, ma di una precisa scelta politica – mascherata da ragioni burocratiche o dalle solite resistenze del MEF – di azzoppare un Ente e le sue funzioni, strategiche solo a parole. E’ evidente che esiste un cortocircuito, c’è qualcosa che non funziona in modo corretto se ogni anno siamo costretti a rincorrere tutto ciò che gli altri ottengono per legge.
Per parte nostra non smetteremo mai di lottare! Ci siamo assunti la responsabilità di tenere alta l’attenzione sulla questione attivando lo stato d’agitazione e ci impegneremo in un’interlocuzione con il Ministero del Lavoro: al prossimo incontro attendiamo che venga chiarito cosa intendono fare per includerci e in che tempi.
Proprio su questi temi aggiorneremo il personale LUNEDI’ 9 GIUGNO con un’ ASSEMBLEA NAZIONALE DA REMOTO, durante la quale informeremo sull’esito dell’incontro con il Ministero del Lavoro e ascolteremo i dipendenti che vorranno dare un contributo.
Invitiamo tutto il personale a partecipare per inviare un segnale chiaro a chi continua a pretendere obiettivi sempre più sfidanti mentre non riesce a tutelarci sul piano delle scelte politiche.
USB P.I.