Vertenza Atesia

Roma -

 

Grande è la soddisfazione per l’ottimo lavoro svolto dagli ispettori del lavoro di Roma a seguito delle dettagliate denunce presentate da alcuni lavoratori del collettivo precari dell’Atesia che da tempo si battano per il riconoscimento dei propri diritti.

Sono in molti a sperare, nel mondo industriale, e non solo!, che tutto finisca in una bolla di sapone.

Piovono quindi pietre sugli ispettori del lavoro il cui operato è stato giudicato “irresponsabile”, “incomprensibile”, “pilotato”, “confuso”, “contraddittorio” ed “estremista” dai vertici dell’ Atesia e della Confindustria  che in questi giorni stanno usando a man bassa  l’arma consueta del terrorismo psicologico minacciando licenziamenti di massa nel settore e la chiusura di Atesia  se dovesse essere costretta a regolarizzare 3.500 lavoratori a progetto. Il “leit motiv” di fondo è sempre lo stesso: meglio precari e senza diritti che disoccupati.

La lotta dei precari dell’Atesia, seguita con vivo interesse dalla RdB della Direzione Provinciale del Lavoro di Roma sin dall’inizio, dimostra invece l’infondatezza dell’idea  - alquanto fatalista - che le scelte liberiste siano ineluttabili e come la assuefazione e la rassegnazione ad esse  da parte di chi le subisce possano e debbano essere sconfitte.

Crediamo, conoscendo bene la serietà, la professionalità e l’autonomia degli ispettori che hanno condotto le lunghe indagini sul più grande call-center d’Italia, che sarà molto difficile per l’Azienda dimostrare che il “verdetto” raggiunto sia in controtendenza con la circolare del Ministro Damiano, che in Atesia le promozioni commerciali e le interviste effettuate dai cosiddetti  operatori “outbound” siano scevre dalle modalità imposte dall’Azienda  e che non sia un “verdetto” equanime.