TRA IL DIRE E IL FARE C’E’ DI MEZZO L’INL
Risposta alle domande del Direttore Alestra – Riunione del 15/09/2020
L’esercizio dei diritti dei lavoratori e le tutele previste dalla legislazione sociale rappresentano il fondamento e la ragione dell’esistenza dell’Ispettorato, che, come organo dello Stato, ne dovrebbe curare la concreta attuazione attraverso l’attività di vigilanza e gli altri servizi amministrativi forniti nelle proprie sedi. Fuori dalla logica corporativa della difesa esclusiva di una categoria, l’USB P.I. considera imprescindibile sostenere e potenziare le funzioni ispettive e sociali e, di conseguenza, difendere il personale amministrativo e di vigilanza che quelle funzioni assicurano quotidianamente.
Per l’USB l’attività sindacale all’interno dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro e delle sue articolazioni territoriali riveste un significato del tutto particolare. Il perimetro entro cui muoversi è disegnato dalla legislazione sociale, l’essenza dell’impegno è la protezione dei diritti dei lavoratori.
La riduzione al gabellaggio, con ispettori spinti a colpire indiscriminatamente la parte più debole e fragile del mondo imprenditoriale, distorce la funzione sociale dell’Ispettorato, mutandola nella rincorsa al più alto numero di sanzioni, nel più breve tempo possibile. Il depotenziamento dei servizi amministrativi, dovuto alla cronica e sempre più grave carenza di personale amministrativo capace di rispondere sul territorio alle istanze dei lavoratori, indebolisce il ruolo di presidio che gli Uffici del Lavoro hanno da sempre interpretato.
Di fronte a questi chiari e semplici passaggi siamo rimasti sbalorditi di fronte alle domande poste dal Direttore Alestra nel corso della riunione di martedì scorso: cosa vogliamo fare da grandi? A chi sta a cuore l’INL? Quesiti, rivolti alle sigle presenti, conditi dall’amara constatazione di come la serie propagandata di modifiche strutturali (creazione di un ruolo unico INL, rivisitazione piante e dotazioni organiche, efficientamento e rilancio delle attività amministrative, sviluppo intelligence attività ispettive, piattaforme digitali condivise, ecc…) sia rimasta lettera morta, accompagnata dal malcelato imbarazzo di non conoscere approfonditamente le materie del nostro agire. Domande seguite, poi, dalla puntuale ripetizione di non-argomenti, e, ancor peggio, da un ossessivo rinvio di termini previsti per l’attuazione di seri e attesi mutamenti. Non prendiamoci in giro, con l’applicativo per gli scatti di carriera in uso a metà novembre sarà quasi irrealizzabile (speriamo di essere smentiti!!!) l’approvazione delle graduatorie entro quest’anno. Accordo sulle progressioni, ricordiamolo, sostanzialmente contrattato dalle altre sigle e pronto per i successivi passaggi già nel mese di gennaio 2020 (vedasi ipotesi di accordo sottoscritta il 15/01/2020). Complicato, davvero, comunicare a lavoratori già beffati dalle precedenti progressioni la quasi certezza di un ulteriore danno economico. Ragione dello slittamento? La vicenda Nucci e i correlati effetti dell’avvio di un procedimento penale a carico del dirigente centrale.
Sarebbe il caso di verificare, prima di porre certe domande e di fronte all’ennesima battuta d’arresto, se si è sufficientemente attrezzati per puntare a realizzare una strategia diversa da quella attualmente tracciata, operando ogni sforzo per non deludere le aspettative dei lavoratori dell’INL prima di essere riconosciuti nella propria funzione di tutela dei diritti di tutti gli altri.
In uno scenario immutato, tendente al cupo, si è nelle condizioni di fronteggiare con slancio il sistema illecito e afflittivo degli appalti e sub-appalti? Cosa vogliamo fare di fronte alla piaga delle finte cooperative, delle finte partite IVA, delle moderne forme di schiavitù che si celano dietro il caporalato? I distacchi transnazionali? Le nuove sfide dello smart working? Delle forme più svariate di precariato? E la vigilanza tecnica, questa sconosciuta? Il suo imprescindibile collegamento al diritto del lavoro? Si conoscono le materie del nostro agire e le funzioni che gli ispettori ordinari e tecnici devono espletare? C’è una visione concreta su tutto questo, una prospettiva che consenta di non mandare la funzione ispettiva a gambe all’aria?
In questa direzione, e tra i complicati riflessi sociologici dell’attuale mondo produttivo, abbiamo proposto di archiviare la stagione degli obiettivi prefissati su base esclusivamente numerica e di mettere mano alla programmazione delle attività interregionali e locali, centrandole sulle specificità produttive e sociali del territorio.
In tema di organizzazione periferica, si faccia una riflessione sulla preparazione e capacità operativa di certi direttori locali. Quanti dirigenti sono davvero idonei al ruolo che ricoprono? In qualche Ispettorato si persiste ancora a non riconoscere a tutti gli aventi diritto (sino al tetto percentuale del 50% del personale) la possibilità di utilizzare lo strumento del lavoro agile, con riflessi negativi sulle esigenze di conciliazione dei tempi di vita del personale amministrativo.
Si apra, inoltre, un serio confronto sull’adibizione degli ispettori a servizi di competenza di altri processi, tenendo in considerazione le disfunzioni subite dalle attività istituzionali (ispettive e non) a causa della perdurante carenza di funzionari e assistenti amministrativi (ultima sostanziosa immissione in servizio di personale di 2^ area risale a 30 anni fa).
AA fronte di un inesorabile assottigliamento del personale fronte di un inesorabile assottigliamento del personale, che fa registrare che fa registrare una riduzione di circa un una riduzione di circa un quarto dei dipendenti dipendenti dalla nascita a costo zero a costo zero dell’INL (4.439 unità alla fine del 2020 a fronte di 5.673 in dell’INL (4.439 unità alla fine del 2020 a fronte di 5.673 in servizio nel 2017)servizio nel 2017), si smetta una volta per tutte di far finta di battagliare per tutte di far finta di battagliare per concedere o concedere o ottenere la riduzione ottenere la riduzione del danno e si pongano serie condizioni affinchè tutti i settori i settori amministrativi dell’Ispettorato vengano vengano riconosciuti come i come luoghi di tutela dei diritti dei lavoratori. Se, in definitiva, la minestra scodellata ha il sapore amaro del malcontento occorre fare un occorre fare un ragionamento che superi il mugugno, che metta al centro la funzione sociale dell’INL e sconfigga il senso di rassegnazione vissuto quotidianamente dai lavoratori.
Reperimento di risorse economiche per la valorizzazione della professionalità esistenti; stringenti criteri di competenza e capacità nell’affidamento degli incarichi dirigenziali, di coordinamento e gestione del personale; immissione di nuove forze amministrative e ispettive (soprattutto tecniche) capaci di allentare la pressione incombente sui lavoratori degli Ispettorati; implementazione delle dotazioni informatiche e valorizzazione della qualità degli accertamenti ispettivi.
Tutto questo ci sta a cuore
Noi non ci arrendiamo. Noi non ci arrendiamo.
USB – PI
Coordinamento Nazionale INL-MLPS-ANPAL