SCIOPERO GENERALE IL 24 OTTOBRE
Con le parole sotto riportate iniziava l’intervista rilasciata al quotidiano il Foglio il 30/9/2008 dall’allora ministro del lavoro Maurizio Sacconi per la presentazione del modello sociale (liberista!) contenuto nel suo “libro verde”.
“Una premessa personale: appartengo a una storia politica di persone impegnate ad abrogare il Sessantotto e sono convinto che il male italiano non sia così oscuro, ma che discenda dall’anomalia del lungo e strano Sessantotto italiano, per come si è intensivamente prolungato negli anni Settanta e si è propagato fino ai giorni nostri. Bene, la parola che sintetizza l’anomalo Sessantotto italiano è irresponsabilità, e nichilismo diffuso e cinismo sono le caratteristiche prevalenti dei suoi figli”.
L’intervista si concludeva così:
D. Quanto tempo ci vorrà a uscire dal Sessantotto?
R. “Oggi siamo alla battaglia finale, all’ultima chiamata. Se perdiamo, sarà il declino, la serie B. Dobbiamo liberare questo paese, liberarne la vitalità, la voglia di futuro. Abbiamo bisogno dei cambiamenti culturali e strutturali che ho appena descritto. Continueremo certo a litigare sulle pensioni o sulla riforma del mercato del lavoro, ma anche l’opposizione dovrebbe riconoscere che quella è la direzione. Poi, possiamo competere sulla coerenza rispetto agli obiettivi”
Dalla intervista rilasciata dal presidente del consiglio il 28 settembre 2014 alla trasmissione “che tempo che fa”:
“ … gli imprenditori devono poter licenziare …”
Dunque: nulla di nuovo sotto il sole, anzi d’antico!
Ma non c’è “solo” l’art. 18 dello statuto dei lavoratori ad essere eliminato del tutto, c’è anche l’art. 4: infatti con il “jobs act” si cancella il divieto di controllo a distanza dei lavoratori che saranno costantemente spiati e limitati nella propria libertà.
E poi c’è la libertà, (quella sì) di demansionare durante le riorganizzazioni aziendali le quali, come ben sappiamo, in moltissime aziende rappresentano la condizione costante, cosicché i lavoratori saranno costantemente sotto ricatto.
Sul futuro del modello sociale e sul sistema degli ammortizzatori sociali basta rileggersi il c.d. “libro verde” di Sacconi per capire dove si vuole andare a parare.
La stretta sulla cassa integrazione provocherà ulteriori licenziamenti di massa cosicché ai lavoratori, annichiliti ed isolati, non resterà che recarsi presso le varie sedi della strombazzata Agenzia Nazionale per l’occupazione dove verrà offerto loro un voucher da spendere presso le agenzie private per la frequenza di corsi di formazione professionale, indispensabile per accedere ad un sussidio di disoccupazione, magari “allargato” ad alcune categorie di lavoratori prima esclusi, ma senz’altro miserabile.
E’ la famigerata partnership tra pubblico e privato attraverso cui, di fatto, si costruiscono rapporti sociali fondati come nel medioevo.
E le 46 tipologie di contratti atipici? Basta leggere il capitolo sul salario minimo orario per comprendere che non c’è alcuna volontà di cancellare i contratti capestro fintamente autonomi e le varie forme di caporalato legalizzato introdotte dall’ex ministro del lavoro Tiziano Treu, attuale nuovo commissario dell’INPS, cosicché a questi si aggiunge un’altra tipologia contrattuale precaria, il c.d. “contratto a tutele crescenti” che è la quarantasettesima tipologia e, come si sa, nella cabala napoletana il numero 47, per l’appunto, è : “O Muorto”.
Ed è a questo, ad uno stato di morte apparente, che vogliono ridurci tutti coloro che nel corso degli anni hanno operato con diabolica determinazione per eliminare ogni traccia del ’68 in Italia: cioè ogni traccia di quelle conquiste lacrime e sangue ottenute dopo anni e anni di lotte operaie; ed è questo il senso della lettera spedita il 5 agosto 2011 dalla BCE (a firma Draghi e Trichet) al governo italiano, e che invitiamo tutti a rileggere per schiarirsi le idee su quanto anche il governo attuale, a guida PD, sta mettendo in atto con le sue riforme, al di là della pura e semplice propaganda per i gonzi.
Se vogliamo che non si affermi questo modello di società diamoci da fare anche aderendo in tanti allo SCIOPERO GENERALE proclamato dai sindacati conflittuali il 24 ottobre e partecipando massicciamente alle manifestazioni previste ed organizzate in tutta Italia.
Roma, 6 ottobre 2014
USB/P.I. Coordinamento Ministero Nazionale Lavoro e P.S.