SAPUTELLI E SAPUTONI:Tutto quello che non sappiamo sulla ripartizione del salario accessorio

Roma -

Venire a dire, come ha fatto la Cgil, che la RdB non partecipa alle contrattazioni significa spararla grossa.

 

Per circa due anni questa O.S. ha partecipato a tutte le convocazioni relative al CCNI.

 

Ne sono testimonianza le decine di comunicati ai lavoratori scritti anche quando un imbarazzante silenzio da parte delle OO.SS. firmatarie era caduto come una coltre di nebbia sugli esiti e la firma dello stesso.

 

Ne sono testimonianza le decine di assemblee fatte sui territori alle quali hanno partecipato centinaia di lavoratori che tra il deluso e l’incazzato hanno preso atto di quello che era accaduto proprio in sede di contrattazione.

 

La RdB ha deciso, prima dell’estate, comunicandolo ai lavoratori, di non presenziare più alle convocazioni sulle CCNI. La permanenza al tavolo delle trattative avrebbe avuto un senso laddove le premesse stesse dell’intesa fossero state quelle comuni a tutti i tavoli di discussione in cui si ragiona di pura progressione economica, senza alcuna insostenibile ed ingiustificata discriminazione tra lavoratori: il coinvolgimento di tutti con i soldi di tutti.

 

Difatti, così non è stato.

 

Preso atto di ciò, proprio per non fare la parte dei “saputelli”, vorremmo porre a quelli che hanno firmato, e  che ne sanno sicuramente più di noi,  alcune semplici questioni di carattere salariale.

 

Alle porte dell’ 01.01.2011, data dalla quale sarà applicato il dlgs 150,  che impedisce di fatto qualsiasi progressione economica segnando la fine dei CCNI, quale sarà la sorte dei circa 3000 colleghi  esclusi ?

 

Sempre alle porte dell’applicazione dello stesso dlgs 150, e a fronte della notevole riduzione delle cifre destinate al FUA (riduzione determinata dall’utilizzo di parte consistente delle risorse per le progressioni del 65% del personale a carico economico, però, di tutti) come e dove si andrà a individuare quel famoso 25% di “fannulloni per decreto” a cui non spetterà alcuna retribuzione accessoria ?

 

         A questo proposito vorremmo fare alcune ipotesi: saranno individuati, per una sorta di  tanto perversa quanto comoda coazione a ripetere,  tra coloro i quali non hanno usufruito delle progressioni economiche, oppure, a seguito della riproposizione dei devastati criteri stabiliti negli ultimi accordi sul FUA, verranno di nuovo individuati dal giudizio dei Dirigenti ?

 

Coloro i quali hanno, invece, subito procedimenti disciplinari avranno diritto alla remissione della loro colpa o saranno condannati “a divinis” a vagare nel limbo di aspettative salariali lontanissime ?

 

Ed, ancora, tutti quei lavoratori che sono stati penalizzati per essere ricorsi alle normative relative alla 104, maternità, cure oncologiche e per gravi patologie, continueranno ad essere penalizzati, così come stabilito negli ultimi due anni dagli accordi sul salario accessorio, oppure potranno sperare che oltre la RdB qualcun altro sostenga le loro ragioni ?

 

Sono quesiti semplici, a cui si sarebbe potuta dare una risposta,  certo non altrettanto semplice ma senz’altro possibile,  nella  direzione della salvaguardia degli interessi dei lavoratori tutti, senza  insopportabili discriminazioni,  solo che se ne fosse ravvisata la volontà  da parte  delle organizzazioni sindacali e, soprattutto, dei diretti interessati. Questi ultimi, cioè i lavoratori, sembrano invece  come anestetizzati dalle continue rassicurazioni sugli “splendidi” risultati ottenuti grazie alle “responsabili”  firme di accordi e contratti a perdere da parte di sindacati ormai del tutto subalterni ai diktat dell’Amministrazione. In altre parole da noi neppure ci si prova a pretendere il dovuto e chi lo fa, pur restando isolato, passa per irresponsabile.  A dirla tutta,  qui da noi, non solo non ci si prova ma addirittura, in molti casi - e questo di cui parliamo ne è un esempio - si diventa ancora più realisti del Re finendo  col venire  inaspettatamente scavalcati “a sinistra” (come si diceva un tempo)  dalla stessa Amministrazione.

 

Tirati in ballo dalla CGIL con il comunicato del 15.11.2010 aggiungiamo alle tre ragioni da essa individuate nel definire l’accordo siglato, buono ma non ottimo, una sola per definirlo pessimo anziché buono: l’esclusione di 2733 lavoratori che non troveranno una risposta alle loro legittime aspettative.

Roma, 17.11.2010

RdB P.I. Coordinamento Nazionale Lavoro e P.S.

 

 

P.S. - Sempre alla CGIL rispondiamo che, nella salvaguardia dei diritti dei lavoratori come quelli relativi al salario, alla progressione economica e professionale, e ai molti altri in questi ultimi anni quotidianamente calpestati,  riteniamo, mai come ora, ci sia necessità di un sindacato che pretenda il rispetto dei diritti di tutti senza accontentarsi necessariamente del classico “meglio un uovo oggi che una gallina domani” perché questo atteggiamento ha portato nel tempo la classe lavoratrice ad un arretramento generale devastante.