Pubblico Impiego: parte domani il confronto sulla ristrutturazione dei ministeri. GLI EFFETTI PERVERSI DI FINANZIARIA E MEMORANDUM

Roma -

Sono convocati domani, 29 marzo, presso la Funzione Pubblica i sindacati rappresentativi del pubblico impiego per l’avvio del confronto sulla destrutturazione dei ministeri.


Nelle "Linee Guida" inviate dal Dipartimento appare chiaro come questa operazione si configuri, nelle intenzioni, come un vero e proprio smantellamento dei servizi resi dagli uffici periferici dei ministeri supportato dal famigerato "Memorandum" soprattutto per quanto riguarda la mobilità del personale.


L’intenzione è quella di una forte riduzione delle spese per il personale attraverso la chiusura di uffici periferici (i vari uffici provinciali del Tesoro, Istruzione, Lavoro, Motorizzazione, ecc.), la riduzione al 15% del personale di supporto (informatici, amministrativi, manutenzione e logistica, gestione del personale, ecc.) e l’accorpamento presso le Prefetture delle funzioni strumentali e logistiche delle sedi locali dei ministeri.


La forte attenzione al taglio dei servizi resi dagli uffici ministeriali fa da contraltare alla scarsa attenzione per le reali esigenze dei cittadini e rappresenta un significativo tassello del processo di destrutturazione della Pubblica Amministrazione.


La gestione dei processi di mobilità che questi provvedimenti inevitabilmente innescheranno sarà supportata dai "fiancheggiatori" (Cgil, Cisl e Uil) che firmando il Memorandum si sono assunti enormi responsabilità nei confronti dei lavoratori pubblici e dei cittadini-utenti.


La RdB/CUB ritiene che la convocazione di domani, alla vigilia dello Sciopero Generale del Pubblico Impiego, sia un atto di arroganza e nel contempo di debolezza del Governo.

 E’ evidente che si mira ad accelerare l’ applicazione del Memorandum facendo ricadere su lavoratori e cittadini il prezzo dello smantellamento della Pubblica Amministrazione.


Questi temi sono al centro dello sciopero e della manifestazione nazionale del 30 marzo che rappresenta un passaggio importante per la difesa del lavoro e del servizio pubblico; la massiccia adesione e partecipazione, che già si prevede, darà più forza ai lavoratori pubblici per accrescere il consenso attorno al proseguo nei prossimi della battaglia per una Pubblica Amministrazione al servizio del Paese.

 

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