Pubblico Impiego. PALAZZO CHIGI 30 OTTOBRE 2008, LA FARSA CONTINUA!

Roma -

L’incontro che si è tenuto a palazzo Chigi il 30 ottobre non modifica i contenuti del protocollo proposto dal  ministro Brunetta, ma è stata la legittimazione mediatica di CGIL CISL UIL nei ruoli che si sono ritagliati tra sindacati di governo e sindacati di presunta opposizione sociale.

CISL UIL ormai identificabili come amministratori delegati aggiunti del governo, la mattina prendono in giro  studenti e lavoratori della scuola, chiamandoli alla lotta solo dopo l’approvazione della Gelmini, il pomeriggio svendono i dipendenti pubblici in una ipotesi di nuovi contratti da lavoro che, non solo prevedono una riduzione consistente di salario consolidato, ma determina gli strumenti normativi della mobilità, espulsione e ricatto meritocratico peri lavoratori.


La CGIL riscopre l’anima rivoluzionaria che magari aveva dimenticato nella vertenza alitalia, si propone come epigono dell’opposizione sociale. Una posizione che somiglia troppo a quella del PD e che sa di profondamente strumentale. Lo stesso annuncio delle iniziative di lotta appare sempre più come una semplice rappresentazione di opposizione che non attacca i reali contenuti della riforma della PA. e delle politiche governative. Tanto è vero che la contrapposizione è tutta interna alla questione delle risorse economiche contrattuali e non intacca le scelte politiche di riforma che sono dietro le elemosine salariali proposte.



La CONFSAL si è dimostrata consenziente alla sottoscrizione dello stesso protocollo che non aveva firmato a palazzo Vidoni, forse il luogo favorisce la riflessione.



Le OO,SS, della dirigenza tutte non hanno sottoscritto il protocollo perché hanno finalmente compreso come la trappola del protagonismo dei dirigenti è per altri dirigenti diversi da quelli in servizio.



I contenuti economici della proposta sono veramente esigui e fortemente penalizzanti, quello che appare come un arretramento delle posizioni del governo potrebbe essere solo un passo di danza concordato con chi sottoscrive. Le risorse economiche sono incerte, il recupero delle risorse delle leggi speciali per alimentare il salario integrativo è proposto con non meglio identificati risparmi delle amministrazioni, mentre il famoso 10% è recuperato in via teorica e solo in parte e ridistribuito con criteri meritocratici.



In una condizione del genere, in cui come non mai, il contratto è strumento di realizzazione di riforme penalizzanti, fermarsi al rinnovo contrattuale separato da analisi e strategia di lotta contro la riforma della p.a. è sicuramente perdente.

 

Il nostro ruolo diventa sempre più centrale in una crescente e ritrovata opposizione sociale che, seppure con contraddizioni inevitabili, si pone sul terreno del conflitto di lunga durata contro un modello sociale non condiviso.

 

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