lettera ai dirigenti inl

Roma -

Al Direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro

dott Leonardo Alestra

Al Direttore della Direzione Centrale Tutela

Sicurezza e Vigilanza del Lavoro INL

dott Orazio Parisi

Al Direttore dell’Ispettorato Interregionale del Lavoro Roma

Dott Giovanni De Paulis

“De crudelitate et pietate et an sit melius amari quam timeri, vel e contra”

(della crudeltà e pietà s’elli è meglio esser amato che temuto, o più tosto

temuto che amato)

da “IL PRINCIPE” di Nicolò Macchiavelli (Cap.17)

Siamo costretti a tornare a ripeterci ed a riferirci sempre al solito Principe di Roma !

Non più tardi del 24 aprile u.s. questa OO.SS. stigmatizzava fortemente l’atteggiamento del Direttore

dell’I.T.L. di Roma che, contrariamente a quanto sollecitato da Lei, Gen. Alestra, in tema di

riconsiderazione della modalità di fruizione delle ferie residue (anno 2019) entro il 30 giugno 2020 “…

in chiave di oculato contemperamento della salvaguardia del (presente e prossimo) buon andamento

dell’Amministrazione con il giusto riguardo per le esigenze di vita del personale, complicate dal

protrarsi delle correnti criticità emergenziali… opponeva diniego, pur se in presenza di un

evidentissimo stato emergenziale sanitario di altissima pericolosità ed in periodo di forzato ‘lock down’,

in applicazione, fortemente letterale, del relativo articolo Contrattuale, non considerando

minimamente lo stress psicologico, lo stato emotivo, le paure, lo stato simil depressivo che l’obbligato

confinamento in casa potesse causare al personale dipendente, trattato come semplice ‘servitù della

gleba’.

Ed allora, ci risiamo!

Il Principe di Roma, operando in modo quantomeno poco ortodosso, senza esposizione diretta, senza

predisposizione di alcun Ordine di servizio, in ossequio molto, molto, molto…. stringente (quasi come

evangelica parabola) delle note n.192 del 25/05 u.s., a firma del Gen. Alestra, e n.261 del 22.05 u.s.,

a firma del Dott. Parisi, con la solita libera interpretazione del contenuto, così come parrebbe a questa

OO.SS., ha deciso, a partire dal 03/06, il rientro di tutto il personale amministrativo assegnato ai vari

servizi dell’I.T.L. (vigilanza, U.R.P., Conciliazioni, Servizio Provvedimenti Maternità, segreteria,

Contenzioso…..) e la programmazione/assegnazione di richieste d’intervento, relative a TUTTI i

segmenti commerciali/industriali, per tutto il personale di vigilanza.

TUTTI i dipendenti risultano essere stati informati attraverso email/contatti telefonici dei propri capi

Team, sollecitati dai 2 Coordinatori, investiti attraverso precise indicazioni da parte del Direttore, ma

nulla è stato recepito per iscritto né si è provveduto attraverso OdS.

Appare assurdo che, stante quanto anche rappresentato dalla nota n.192:

“…..La disciplina della c.d. fase di “rilancio” comprende anche misure organizzative in tema di

continuità dell’azione amministrativa. Il decreto in esame, infatti, agli articoli: 90, co. 4., mantiene

ferma, fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e comunque non

oltre il 31 dicembre 2020, la previsione dell’art. 87 del decreto-legge 17 marzo 2020 n. 18 (convertito

in legge 24 aprile 2020 n. 27) secondo cui il lavoro agile è la modalità ordinaria di svolgimento della

prestazione lavorativa nelle pubbliche amministrazioni…..

il Direttore dell’I.T.L. di Roma non ne tenga assolutamente conto, opponendo problemi di impossibilità

a ‘smartizzare’ il lavoro per gli amministrativi, nonostante siano passati ben 3 mesi dall’inizio del ‘lock

down’ e che esistono, a costi economici, programmi informatici che permetterebbero tali attività (e non

si venga a parlare di problemi legati alla privacy, stante il fatto che tali programmi sono in uso ad

esempio dall’Agenzia delle Entrate).

Quindi EVVIVA !!!! Tutti insieme allegramente.

Ma non basta!

L’attività di vigilanza DEVE ESSERE assicurata….. in tutti i settori, anche, ad esempio, la ristorazione

ed i Pubblici Esercizi, che dopo tre mesi di chiusura totale saranno ben lieti di ricevere la visita

dell’Ispettorato del Lavoro !!!!!

Già ! Si aspetta, anche da parte dell’ I.N.L., il proprio caso di eroismo……..

Ma, una precisazione bisogna farla, o meglio, ricercarla nella nota n.261 che prevede:

“……Come già indicato nel Comunicato n. 2/2020 della Commissione centrale di programmazione

della vigilanza, dovrà procedersi alla progressiva riattivazione della consueta attività di vigilanza sulla

base delle seguenti prioritarie linee di intervento: vigilanza a contrasto di fenomeni elusivi e fraudolenti

mirati a fruire indebitamente degli interventi a sostegno dei lavoratori per emergenza Covid-19;

vigilanza nei settori dell’edilizia e dell’agricoltura; vigilanza a contrasto delle esternalizzazioni illecite,

con particolare riguardo ai settori che non hanno subito interruzioni dei cicli produttivi………”

“…..In ragione di quanto sopra si forniscono i seguenti aggiornamenti delle indicazioni fornite con le

note INL sopra citate: - le verifiche delle misure anti contagio proseguiranno, fino a diversa

indicazione, con le modalità attualmente in essere salvo quanto specificato di seguito; - le verifiche si

svolgeranno nell’ambito del coordinamento del Prefetto e saranno finalizzate al supporto delle funzioni

allo stesso riconosciute dall’art. 10 del dPCM del 17 maggio 2020 in relazione alle attività produttive

di cui all’art. 2 dello stesso decreto; - la programmazione delle verifiche in questione riguarderà,

prioritariamente, i settori per i quali, in assenza di disposizioni regionali, trovano diretta attuazione i

Protocolli nazionali e nei riguardi dei quali si confermano le indicazioni fornite e la modulistica in uso;

- deve ritenersi superata “la regola generale di programmazione con mandato tipicamente finalizzato

alla verifica del rispetto delle ” misure anti contagio. Il mandato limitato resta comunque attivabile dalle

sedi ma non dovrà più rappresentare la regola generale; - salvi i casi di attivazione con mandato

limitato alle sole verifiche covid, gli ITL programmeranno contestualmente anche l’attività di vigilanza,

finalizzando la stessa, prioritariamente se non esclusivamente, alle implicazioni lavoristiche connesse

ai punti 3 e 8 del “protocollo condiviso” del 24 aprile 2020; - ferme restando le indicazioni fornite in

merito ai nuclei integrati, nei settori in relazione ai quali siano intervenute discipline regionali, vanno

implementate le sinergie, anche operative, con le locali ASL; - gli Ispettorati interregionali potranno

favorire tali sinergie tramite relazioni con i corrispondenti responsabili del coordinamento delle ASL in

ambito regionale, finalizzate anche alla definizione di una modulistica condivisa; - in occasione della

programmazione di verifiche congiunte con le ASL in settori in relazione ai quali siano intervenute

discipline regionali, dovrà privilegiarsi la selezione di aziende per le quali risultino richieste d’intervento

o altri elementi di valutazione o comunque riconducibili ai settori/fenomeni indicati nel sopra richiamato

comunicato della Commissione centrale di programmazione della vigilanza; - contestualmente alla

verifica covid congiunta con le ASL, andrà programmata la consueta attività di vigilanza in materia di

lavoro e legislazione sociale; - si confermano le indicazioni già fornite con nota DC Tutela prot. n. 156

del 13 maggio 2020 (Riapertura dei cantieri edili – Vigilanza e verifiche misure anti contagio): “nel

settore edile l’attività di vigilanza si svilupperà nella consueta modalità integrata, ordinaria e tecnica,

cui si affiancherà costantemente anche la verifica delle misure definite in relazione al protocollo

cantieri”. - Governo e parti sociali stanno definendo un nuovo protocollo nazionale dedicato al settore

dell’agricoltura; - in ragione della progressiva riattivazione della vigilanza in agricoltura, per la quale ci

si riserva indicazioni operative, si procederà in similitudine a quanto previsto per l’edilizia……”

 “…..salvi i casi di attivazione con mandato limitato alle sole verifiche covid, gli ITL programmeranno

contestualmente anche l’attività di vigilanza, finalizzando la stessa, prioritariamente se non

esclusivamente, alle implicazioni lavoristiche connesse ai punti 3 e 8 del “protocollo condiviso” del 24

aprile 2020…..”

E proprio al punto 8 del citato protocollo condiviso si prevede che:

“……Il lavoro a distanza continua ad essere favorito anche nella fase di progressiva riattivazione del

lavoro in quanto utile e modulabile strumento di prevenzione, ferma la necessità che il datore di lavoro

garantisca adeguate condizioni di supporto al lavoratore e alla sua attività (assistenza nell’uso delle

apparecchiature, modulazione dei tempi di lavoro e delle pause). .

E’ necessario il rispetto del distanziamento sociale, anche attraverso una rimodulazione degli spazi di

lavoro, compatibilmente con la natura dei processi produttivi e degli spazi aziendali. Nel caso di

lavoratori che non necessitano di particolari strumenti e/o attrezzature di lavoro e che possono

lavorare da soli, gli stessi potrebbero, per il periodo transitorio, essere posizionati in spazi ricavati ad

esempio da uffici inutilizzati, sale riunioni.

Per gli ambienti dove operano più lavoratori contemporaneamente potranno essere trovate soluzioni

innovative come, ad esempio, il riposizionamento delle postazioni di lavoro adeguatamente

distanziate tra loro ovvero, analoghe soluzioni. L’articolazione del lavoro potrà essere ridefinita con

orari differenziati che favoriscano il distanziamento sociale riducendo il numero di presenze in

contemporanea nel luogo di lavoro e prevenendo assembramenti all’entrata e all’uscita con flessibilità

di orari.

È essenziale evitare aggregazioni sociali anche in relazione agli spostamenti per raggiungere il posto

di lavoro e rientrare a casa (commuting), con particolare riferimento all’utilizzo del trasporto pubblico.

Per tale motivo andrebbero incentivate forme di

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trasporto verso il luogo di lavoro con adeguato distanziamento fra i viaggiatori e favorendo l’uso del

mezzo privato o di navette….”

Sembra surreale, ma il comportamento del Principe di Roma sembra contrastare con norme e

circolari.

Ma non basta!!!

Il Principe nega la possibilità di smartizzare il lavoro a dipendenti con figli di età inferiore ai 16 anni

(nonostante quanto previsto dalle circolari INPS e dalla già richiamata nota n.192 “….per i genitori di

figli minori di anni 16, la prestazione di lavoro in sede potrà essere resa per non più di due giorni a

settimana, fatta salva la loro disponiblità ad estendere la prestazione anche in giorni ulteriori al

suddetto limite. Nei giorni in cui non è prevista la presenza in sede, il personale svilupperà da remoto

le attività….”), con le solite motivazioni…..: l’inesistenza di lavoro ‘smart’, che diventa quindi una colpa

del lavoratore e non l’ulteriore deficienza organizzativa dell’Ufficio.

Ma non è tutto !!!!

Spariscono ferie residue anno 2019, che non godute entro il 30/04, per rigetto di posticipo al 30/06,

non vengono assegnate d’ufficio e, a richiesta di godimento entro il 30/06, vengono ritenute non più

‘utilizzabili’.

Unione†Sindacale†di†Base†Pubblico†Impiego

Roma¨†via†dell’Aeroporto¨†129†≠†Tel∫†06Æ762821†≠†Fax∫†06Æ7628233

wwwÆpubblicoimpiegoÆusbÆit†–†email∫†pubblicoimpiego@usbÆit

Non risulta alla scrivente OO.SS. una norma contrattuale che preveda una sorta di sequestro delle

ferie non godute.

Come già sottolineato nel primo intervento contro il Principe di Roma, questa OO.SS., a tutela della

salute fisica psicologica e emotiva di tutti i dipendenti, ritiene questo comportamento, di strumentale

e becera osservanza di norme contrattuali, non solo incongruo ed assurdo, ma si appalesa come

null’altro che l’espressione del “principe” che aspira ad essere temuto e non certo amato.

Il vaso è ormai colmo!

Certi comportamenti non sono più accettabili da lavoratori (amministrativi ed ispettori) che per decenni

hanno contribuito a mandare avanti la macchina burocratica dell’Ispettorato attraverso mille difficoltà

e senza specifiche gratifiche personali ed economiche.

Ancor più sono inaccettabili nella situazione verificatasi a seguito della quale quello stesso personale,

costretto dalla pandemia e da precise disposizioni di Governo a permanere presso la propria

abitazione, ha messo a disposizione i propri mezzi, le proprie conoscenze e le proprie utenze.

Pertanto, pur consapevoli della complessità delle questioni che Vi vedono impegnati in questo

momento, non possiamo esimerci da richiedere il Vostro immediato intervento per imporre anche nella

“monarchia incostituzionale” dell’ITL di Roma, l’adozione di quelle linee tracciate nelle note più volte

citate.

Roma¨†3†giugno†2020

per USB/P.I. Coordinamento Nazionale Lavoro e P.S., INL e ANPAL

Claudio SABANI