Lavoratori Ministero del Lavoro, Inl e Anpal: la lotta deve continuare
Ancora due manifestazioni il 23 novembre a Roma sotto via Veneto e il 24 sotto le sedi degli Ispettorati Interegionali che hanno visto la presenza di centinaia di lavoratori del Ministero, dell’ INL e dell’ ANPAL a dimostrazione che non si intende retrocedere dallo stato di agitazione indetto a livello nazionale.
Dall’incontro avvenuto in via Veneto con i rappresentanti politici e amministrativi del Ministero nulla di certo è emerso se non l’ intenzione, da parte degli stessi, di operare affinchè siano rispettati gli accordi pregressi (leggi FUA 2015 e 2016 ?) e la presentazione di un emendamento alla Legge di Bilancio che dovrebbe (se accettato) implementare le somme relative al FUA 2018 di 4.000.000 circa.
Troppo uso del condizionale, troppo aleatorie le rassicurazioni a seguito delle quali la contropartita chiesta è l’interruzione dello stato di agitazione !!
Dopo 8 anni di mancato rinnovo del CCNL, dopo anni di promesse con le quali sono state accompagnate devastanti riforme come quella subita dal nostro Ministero, i lavoratori hanno bisogno solo di certezze.
La creazione delle Agenzie, secondo alcuni, doveva essere il toccasana di tutte le patologie accumulatesi, nel corso dei decenni, sia nell’ attività ispettiva, sia nell’organizzazione generale di tutte le funzioni residue rimaste a questo Dicastero.
Molti c’hanno creduto, ammaliati dalle sirene, di chi sosteneva che risorse economiche e nuovi strumenti di lavoro (piovuti dal cielo) potessero migliorare le proprie condizioni …. persino le proprie funzioni.
La USB ha denunciato da subito la pericolosità di un progetto, che figlio del jobs act, mirava solo a indebolire per poi distruggere definitivamente quanto rimasto dei compiti relativi alle tutele sul mondo del lavoro.
La tri-partizione dell’ ex Ministero del Lavoro ha creato soltanto tre separati Enti che privi di risorse, progettualità e sminuiti delle loro funzioni sono destinati ad una lenta ma inesorabile scomparsa sia sul piano politico che su quello strutturale.
Forse, finalmente, i lavoratori l’hanno capito.
Il taglio delle risorse del FUA, che potrebbe compromettere non solo parte del salario ma anche un eventuale progettualità relativa alle progressioni economiche, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: ma la misura era già colma da tempo.
Alcuni si erano già accorti che le riforme fatte a costo zero lasciano, al loro passaggio, solo devastazione; non si può riformare senza investire figurarsi riformare a danno dei lavoratori coinvolti nel progetto di riforma !!
Dagli incontri svoltisi durante questo periodo di lotta una sola cosa è emersa chiaramente: lo stato di agitazione sta funzionando. Bisogna, quindi, stare attenti e lontani da chi vuole “addolcire la pillola” presentando progetti futuri guarniti di previsioni di spesa, sempre resa al condizionale, sempre prevista per il prossimo 2018.
Vogliamo risposte certe sulle risorse già certificate ed erogate del 2015, su quelle bloccate del 2016, sugli importi relativi al 2017. Vogliamo conoscere in soldoni quali sono le risorse per ogni singolo Ente (Ministero e Agenzie), quali strumenti e mezzi saranno messi a disposizione di tutto il personale (ispettivo amministrativo informatico), quale progetto di formazione verrà messo in campo e, soprattutto finalizzato a cosa !?!
Ed è sul finalizzato a cosa che vogliamo risposte certe ……. Se quello che resta del Ministero del Lavoro debba, ancora, rappresentare tutele, diritti e dignità sui luoghi di lavoro oppure se l’alternativa è l’oblio.
USB/P.I. Coordinamento Nazionale Lavoro