La politica dello struzzo
FUA accordo nazionale 2009
Nella giornata di ieri, 18 febbraio, CISL, UIL, FLP e CONFSAL hanno sottoscritto l’ennesimo accordo “a perdere” sulla pelle dei lavoratori.
Mentre da mesi l’attacco ai diritti e ai salari dei dipendenti pubblici si fa sempre più pesante, sui tavoli della contrattazione si disserta di produttività finalizzando ad essa le risorse derivanti dal salario accessorio che la legge 133/08 ha pesantemente decurtato per gli anni 2008/10.
Decurtazioni equivalenti a circa il 35% delle somme messe a disposizione negli anni precedenti e che avranno pesanti ripercussioni sul potere di acquisto dei lavoratori.
Nonostante queste premesse, dopo lunghe trattative, il risultato raggiunto dall’ attuale accordo espone, a nostro giudizio, i lavoratori a sperequazioni maggiori rispetto a quelle verificatesi degli anni precedenti.
Già la “nuova denominazione” dell’ accordo la dice lunga sui contenuti dello stesso. Non più “Fondo Unico di Amministrazione” ma ben più pomposamente “Accordo sulle politiche di incentivazione della produttività del personale”: quasi si voglia sottintendere che le risorse messe a disposizione non siano quelle sottratte ai contratti, ad i salari ed ai risparmi di qualsiasi natura operati a danno del personale ma, bensì, piovano munificamente dall’alto dei cieli per remunerare i più meritevoli.
Dall’ accordo scompare, di fatto, una percentuale da destinare sulla base della sola presenza in servizio ma, allo stesso tempo, la presenza in servizio (quantificabile in un minimo di 60 giorni) diventa elemento essenziale per poter accedere a non più del 40% della somma totale (destinata alla produttività collettiva) nel quadro alla realizzazione e finalizzata al raggiungimento degli obiettivi (?!?)
Mentre il restante 60% (produttività individuale) viene demandato alla qualità dell’apporto prestato espresso dal singolo lavoratore per il raggiungimento degli obiettivi a insindacabile giudizio, a questo punto, del Dirigente.
In sostanza sempre più potere al Dirigente nel decidere chi e, soprattutto, quanto debba essere assegnato.
Così come gli struzzi, la testa sotto la sabbia, nel “mondo virtuale” della contrattazione le OO.SS. firmatarie dell’accordo sembrano ignorare totalmente quello che accade nel Paese reale.
L’attacco feroce ai diritti ed ai salari attraverso l’emanazione di leggi quali la 133/08 o la firma dei contratti con aumenti da socialcard rendono più poveri i lavoratori ed un lavoratore più povero e con meno diritti è un lavoratore più debole e ricattabile.
Mentre il Governo distribuisce fiumi di denaro per sostenere banchieri ed industriali che, complici le politiche attuate nell’ultimo ventennio, sono tra i maggiori responsabili della crisi, una parte delle risorse per finanziare tali operazioni vengono sottratte dai già magri stipendi dei lavoratori dipendenti nell’intenzione di fare pagare la crisi a chi non riesce ad arrivare alla terza o, in alcuni casi alla seconda, settimana.
In questo quadro ogni contrattazione che riguardi il salario non può prescindere dalla difesa del progressivo impoverimento dei lavoratori e non deve realizzare ulteriori sperequazioni tra gli stessi.
Tutto questo appare, invece, lontano dalle intenzioni di chi, testa sotto la sabbia, riservandosi il ruolo notarile di sottoscrivere accordi sempre più penalizzanti nell’intento di “mediare” la feroce politica dei sacrifici continua a cedere spazi, risorse e diritti sulla pelle dei più deboli.