La legalità non è uguale per tutti
All’onorevole Luigi Di Maio
quale Ministro del Lavoro
e, p.c. Al dott. Leonardo Alestra
Capo dell’Ispettorato
Nazionale del Lavoro
email: leonardo.alestra@ispettorato.gov.it
Al dott. Giuseppe Diana
Direttore Centrale
risorse umane, finanziarie, logistica
dcrisorse@pec.ispettorato.gov.it
email: giuseppe.diana@ispettorato.gov.it
oggetto: decreto di reintegro dell’ing. Renato Pingue a Capo dell’Ispettorato Interregionale del Lavoro di Napoli.
Signor Ministro questa organizzazione sindacale coglie la notizia di questi giorni per la quale Lei si è espresso sull’opportunità che un sottosegretario raggiunto da un avviso di garanzia fosse rimosso dalla carica, quantomeno per ragioni di opportunità, per segnalarle quanto avviene nell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, agenzia che dal Suo dicastero dipendete, e che Le pone il problema di fare pulizia in casa propria prima di chiedere che siano altri a farlo altrove.
Chiariamo, come organizzazione sindacale non siamo usi sacrificare al totem della legalità – cosa diversa dalla giustizia – e lamentiamo come il governo di cui Lei è vice primo ministro stia agitando il randello della legalità contro i poveracci, possibilmente stranieri - terroristi fino a prova contraria - e divenga immediatamente garantista con i potenti. Ma nel caso specifico, in cui le relazioni del sottosegretario sarebbero in odore di mafia ed il signore non abbia trovato niente di meglio da fare dall’assumere il figlio dell’imprenditore un po’ più che chiacchierato, renderebbero l’opportunità più che manifesta.
Come Le dicevamo, cogliamo questa occasione per sottoporle un caso che non coinvolge soggetti politici, ma funzionari per i quali la trasparenza e il rigoroso rispetto delle norme dovrebbero rappresentare i requisiti basi per lo svolgimento del relativo ufficio.
Il caso non è secondario e marginale, ma riguarda il dirigente chiamato a ricoprire l’incarico di Capo dell’Ispettorato Interregionale di Napoli, da cui dipendono i Territoriali di Campania, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria.
Il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Avellino, al termine di indagini durate qualche anno da parte della Procura della Repubblica presso quel tribunale, aveva emesso un’ordinanza di arresti domiciliari e l’applicazione della misura interdittiva della sospensione cautelare dal servizio per quel dirigente.
In verità il dottor Leonardo Alestra, già generale dei carabinieri e da Lei nominato Capo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, ha a suo tempo rimosso prontamente il dirigente.
Come USB, dalle cui segnalazioni erano partite le indagini, la vicenda giudiziaria del dirigente non è mai interessata e quello che abbiamo potuto constatare con soddisfazione è che il lavoro di carabinieri e magistrati aveva confermato nei minimi particolari quanto da noi denunciato ed i comportamenti tenuti dal dirigente.
Ma la vicenda giudiziaria avviata e ben lungi dall’essere conclusa, ha visto il Tribunale del riesame di Napoli revocare, prima, gli arresti domiciliari e, poi, l’interdizione dal servizio del dirigente, peraltro non oggetto di un semplice avviso di garanzia (come nel caso del sottosegretario Siri).
Questo normale – e peraltro prevedibile andamento della vicenda giudiziaria, ha portato però inopinatamente il Direttore Centrale Giuseppe Diana a decretare il reintegro di quello stesso dirigente, il cui procedimento giudiziario è sempre pendente presso il Tribunale di Avellino, proprio nella poltrona di Capo dell’Interregionale di Napoli!
Non è nostra intenzione entrare nel merito della vicenda giudiziaria e non commentiamo le decisioni del Tribunale del Riesame di Napoli, né l’attività tuttora in fieri del Tribunale di Avellino.
Ma Le inviamo senza alcun commento per non interferire in alcun modo con la vicenda giudiziaria, quale atto pubblico e pertanto nella disponibilità anche del dottor Giuseppe Diana, che ha fatto mostra di ignorare o ha ignorato a bella posta, il decreto del GIP di Avellino che, in maniera minuziosa e incontrovertibile, ricostruisce la vicenda, gli atti e i comportamenti che, non sul piano penale, ma sul piano della trasparenza e rigoroso rispetto delle norme, dovrebbero essere alla base di qualunque funzionario pubblico.
Nel chiedere al dottor Alestra, che riceve per conoscenza, di intervenire in autotutela, La informiamo che in assenza di un suo tempestivo intervento, non mancheremo di interessare della vicenda la Funzione Pubblica e l’Autorità Nazionale Anticorruzione a tutela dei lavoratori con comportamenti corretti e trasparenti e dei lavoratori che da detti comportamenti devono trarre la difesa dei loro diritti.
Roma, 29 aprile 2019
per il Coordinamento Nazionale USB Lavoro, INL ed ANPAL
Severo LUTRARIO