La “buona novella” dello smart working e la presentazione dei POLA
Il lavoro agile deve essere : “Il passaggio dall’orario di lavoro alla misura della prestazione….. il superamento dei vincoli dell’orario di lavoro elimina concetti come i permessi e lo straordinario”
Sono frasi estrapolate da un recente articolo scritto dall’ex Ministro del Lavoro Sacconi sulla questione dello smart working che la dicono lunga su come deve essere intesa tale prestazione di lavoro. Lo stesso ex Ministro in passato aveva più volte affermato che il lavoro agile non può dipendere dal CCNL !
Proprio Sacconi fu il promotore della legge 124/2015 relativa a questa nuova formula di prestazione lavorativa.
E’ innegabile che nella situazione pandemica attuale lo strumento del lavoro agile è stato fondamentale per mettere in sicurezza i lavoratori. E’, altrettanto, innegabile che tale strumento, come attualmente utilizzato, non corrisponde ai progetti di imprenditori, datori di lavoro e dirigenza della P.A.
Negli anni precedenti nella P.A. l’utilizzo di tale strumento è stato poco o nullo. La Dirigenza continuava ad intendere “l’esercizio del potere” sul personale in presenza dimostrandosi restia a qualsiasi tipo di altra organizzazione del lavoro. Oggi, invece, i politici, la Pubblica Amministrazione, e quella stessa dirigenza scopre che l’esercizio del potere non solo è utile esercitato anche da remoto, ma che i risparmi in termini economici reali, e nella previsione di spesa, quelli potenziali, sono enormi.
Lo smart working, in sostanza, potrebbe avere per la controparte due benefici effetti:
realizzare un controllo diretto del lavoratore attraverso la misura della prestazione tramite il superamento dei vincoli dell’orario di lavoro (eliminazione degli accordi sullo smart working dalla contrattazione nazionale instaurando contratti con i singoli lavoratori !?);
risparmi economici di ampio respiro determinati dal mancato pagamento di straordinari e (come sta avvenendo in molti Ministeri) dei BP, dall’abbattimento delle spese di gestione (quali energia elettrica, telefonia, strumenti di lavoro), ma, soprattutto, attraverso un progetto di ridimensionamento delle postazioni lavorative e delle sedi degli uffici.
Come, quindi appare chiaro, i presunti vantaggi dell’utilizzo del lavoro agile che oggi (vogliono farci credere) appaiono a esclusivo beneficio dei lavoratori rischiano e, nel prossimo futuro, di diventare un boomerang per i lavoratori tutti ed, in particolare, per quelli della P.A.
Alla base di tutto questo si inseriscono le presentazioni dei POLA.
L’art. 263 del DL 34/2020 convertito con Legge 77/2020 prevede per ogni Amministrazione l’istituzione del Piano organizzativo del lavoro agile (POLA) da introdurre entro il 31/1/2021, sentite le Organizzazioni Sindacali. Come già accennato in precedenza, si tratta di una misura strutturale che sancirà il superamento dello smart working emergenziale prescindendo dal contesto pandemico e che introduce il vincolo della prestazione lavorativa e della misurazione della performance individuale alla realizzazione degli obiettivi quantitativamente misurabili assegnati al lavoratore dal dirigente.
Nella riunione, tenutasi al Ministero del Lavoro il 3 febbraio scorso, preso atto dell’articolato documento presentato dall’Amministrazione, abbiamo ribadito che nella attuale situazione è necessario l’utilizzo del lavoro agile e che, comunque, nel prossimo futuro la scelta di tale modalità di lavoro dovrà essere improntata esclusivamente al principio di volontarietà del lavoratore e non già ad alcuna forma di imposizione.
Così come abbiamo ribadito che, indipendentemente dalla percentuale di lavoratori coinvolti, le postazioni di lavoro presso gli uffici non dovranno essere ridotte o ridimensionate.
Necessaria e fondamentale diviene la formazione di tutto il personale, così come l’implementazione delle risorse tecnologiche da fornire allo stesso.
Nei prossimi incontri, si intende di definire tutta una serie di criticità riscontrate nel documento che ci è stato presentato in modo da potere permettere una corretta fruizione di tale modalità di lavoro e allo stesso tempo impedire che l’accesso sistematico al lavoro agile divenga causa per i lavoratori di perdita di salario e diritti.
Roma, 9 febbraio 2021
USB/P.I. COORDINAMENTO NAZIONALE MINISTERO LAVORO, INL e ANPAL