ITL Roma, parola alla base

Roma -

Il 14 febbraio si è tenuta l’assemblea dei lavoratori dell’I.T.L. di Roma. Un incontro molto partecipato che ha visto al centro del dibattito questioni di carattere nazionale. Abbiamo ascoltato la denuncia della cronica mancanza di dotazioni e strumenti, della scarsa valorizzazione delle colleghe e dei colleghi, della questione salariale ancora aperta per il triennio 2020-2022 e, dulcis in fundo, della debolissima attrattività dell’INL (vedasi numero di nuovi ingressi) prossimo, a quanto pare, alla dichiarazione di fallimento assieme al pessimo progetto renziano dell’Agenzia unica.

L’assemblea ha voluto rimarcare lo scetticismo per quanto accaduto in tema di perequazione. L’adeguamento a regime dal 2023 sprofonda nel ridicolo e nell’offensivo per la dignità di tutto il personale dell’INL se pensiamo che questa Agenzia era nata per uniformare i trattamenti retributivi con INPS e INAIL nel medio periodo (cit. Dott. Pennesi - annata 2017). Ricordiamo al nostro Direttore/bis che oggi un impiegato di livello medio alto/ispettore INAIL e INPS guadagna al netto circa € 2.500 al mese (stipendio base). Bisognerebbe avere la capacità di essere conseguenti con i fatti, garantire dignità al personale mantenendo fede a ciò che si è sbandierato, non solo 6 anni fa, ma anche nel dicembre scorso in merito agli arretrati della perequazione, altrimenti sono solo chiacchiere e se le porta via il vento!

In tutto ciò che fine ha fatto la ministra Calderone? È sparita nel momento in cui dovrebbe dare informazione sulle scelte che il Governo si sta accingendo ad adottare. Sulla questione, purtroppo, temiamo che la ministra fantasma si stia nascondendo dietro la proverbiale “foglia di fico”, progettando qualcosa di diverso da quella che si vuol far credere di stare realizzando. Il Dott. Pennesi, relata refero, ci ha informati del progetto di assorbimento dell’INL in un dipartimento del Ministero e ha fatto cenno al 2023 come di un “anno di transizione con gestione stralcio”. Insomma, abbiamo inteso che fa gola l’arrivo dei fondi previsti per l’attuazione del Piano Nazionale per la lotta al lavoro sommerso (PNS), adottato dal Ministero nell’ambito del PNRR.

Sembra di rivivere una gattopardesca messinscena con finale già scritto. Tutto già visto dal personale: nuove targhette fuori dagli uffici, stessa dirigenza, stesse criticità per i dipendenti e via così! A questo punto, per dare concretezza allo stato d’agitazione si procederà, in assenza di immediate risposte, all’adozione delle forme di mobilitazione che possano determinare il massimo pregiudizio agli obiettivi strategici di INL e MLPS. Detto ciò, USB P.I. ritiene di far proprie e dare massimo risalto alle criticità evidenziate dall’Assemblea in merito al riscontro concreto di accordi individuali di lavoro agile, frutto di decisioni unilaterali del Dirigente dell’ITL di Roma, manifestatamente contrastanti con l’essenza e lo spirito dell’emanato Regolamento per la disciplina del lavoro a distanza.

Risulta che il Dirigente, oltre ad autorizzare unilateralmente massimo n. 4 giorni di SW (fissandone per iscritto n. 1 a settimana) senza specificare le reali motivazioni della decisione, abbia esteso la fascia di contattabilità da quella minima prevista (n. 4 ore giornaliere) a n. 5 ore con individuazione, identica per tutti, delle fasce 9 - 13 e 15 - 16. L’arbitraria limitazione decisa dal Dirigente ha coinvolto lavoratrici e lavoratori che, per comprovate situazioni fisiche/familiari previste dal citato Regolamento, meritavano ben altra considerazione e diversa tipologia di accordo; in tal altri casi, il Dirigente ha di fatto negato la possibilità ad alcuni dipendenti di usufruire dello SW evidenziando l’assenza di attività lavorative smartizzabili, in palese contrasto con le previsioni dell’allegato C richiamato dall’art.11 del Regolamento.

Questa O.S., abituata a tali atteggiamenti vessatori messi in atto dalla Dirigenza dell’ITL di Roma che, riconfermata per la terza volta consecutiva, dispone e “dispoteggia” ormai da più di 6 anni, può senz’altro affermare che “tutto è dannatamente invariato presso l’I.T.L. di Roma!”

Nello stigmatizzare il comportamento lesivo della dignità di un personale sempre pronto a garantire il raggiungimento degli obiettivi con qualità e impegno, USB P.I. sottoporrà ai competenti organi dell’INL un approfondimento sul territorio in questione chiedendo di aprire un canale di confronto a livello nazionale che affronti anche tutti gli altri casi (non pochi) verificatesi nelle altre Repubbliche Autonome sparse per il Paese.

In merito alle trattative di sede sull’accordo FRD 2021, ci ritroviamo con un patto nazionale che consente di distribuire fino alla metà del salario accessorio secondo un sistema di valutazione del tutto arbitrario, sganciato da ogni possibilità anche potenziale di misurazione e contenimento della discrezionalità da utilizzare. È logico supporre che un impianto come quello descritto non farà che incentivare, analogamente a quanto sta accadendo in parecchie sedi, logiche di contrapposizione e divisione tra gli stessi lavoratori, con preciso giovamento della dirigenza locale.

Per quanto riguarda la cd. “Reperibilità” imposta da un anno al personale ispettivo ordinario e tecnico, questa O.S. ritiene doveroso pretenderne, in un’ottica nazionale, la definitiva sospensione ai fini della tutela dell’integrità fisica e della salute del personale coinvolto che, come nel caso del personale ispettivo tecnico, è costantemente inserito nella programmazione della reperibilità senza alcuna copertura legale o contrattuale.

Ribadiamo che l’attività richiesta sulla base del “Protocollo quadro di collaborazione tra I.N.L. e Procura della Repubblica di Roma”, mai posto all’attenzione di tutte le OO.SS. debitamente controfirmato, non può essere considerata come obbligatoria per il personale ispettivo e non può di certo considerarsi assimilabile alla tipologia lavorativa prevista dall’art.20 del CCNL Funzioni Centrali, essendone del tutto estranea.

Pertanto, questa O.S., al fine della tutela del personale ispettivo dell’ITL di Roma e laddove l’INL dovesse insistere sulla sua obbligatorietà, richiede un intervento immediato nella direzione della sospensione di ogni chiamata e considera necessario approfondire la questione a livello nazionale. È urgentissima la costituzione di un tavolo tecnico avente ad oggetto i vari istituti da contrattare: orario di lavoro, turnazione, regolamentazione e pianificazione, strumenti in dotazione e mezzi a disposizione, indennità adeguata. Nel frattempo, fuori dall’ordinario orario di lavoro gli ispettori romani non si muoveranno dalla sede di lavoro o dalla propria abitazione!

Ultima annotazione di rilievo nazionale: il Documento di Programmazione della Vigilanza 2023 fissa un incremento del 18% delle ispezioni rispetto al 2022 (75.000 accessi ispettivi) con un contingente effettivamente adibito alla vigilanza pari a 1.600 ispettori, dei quali 214 tecnici. Siamo alle solite: si chiede sempre di più ad un numero sempre minore di dipendenti con conseguente incremento dei carichi di lavoro mentre si resta drammaticamente al palo su molte delle questioni aperte.

USB Pubblico Impiego - Coordinamento Nazionale INL-MLPS-ANPAL

Roma, 16 febbraio 2023