ISPETTORATO NAZIONALE DEL LAVORO: PER UN PUGNO DI EURO

Nazionale -

La costituzione dell’Ispettorato Nazionale è comunque un nuovo inizio, tutto quello che era scontato sino a ieri deve essere ridefinito a partire da questo inizio.
Forse si arriverà a definire uno specifico contratto collettivo e sicuramente è tutta da stabilire la contrattazione integrativa.

Il degrado dell’ispezione del lavoro è cominciato grazie all’azione di quel malefico coboldo che risponde al nome di Brunetta e che, in odio al dipendente pubblico, con i progetti qualità, ha imposto che l’attività degli uffici fosse pesata come si trattasse di un carico di patate.
Giudicare l’attività ispettiva in base al numero di pratiche ed alla relativa percentuale di irregolarità è lo strumento fondamentale con cui si inducono gli uffici ed i singoli ispettori ad escludere dal proprio lavoro le questioni più serie e gravi; quelle che, più complesse, richiedono tempi incompatibili con il raggiungimento degli obiettivi; quelle che coinvolgono i grandi operatori economici e finanziari.
Il degrado dell’ispezione del lavoro - che è la causa principale dei rischi alla stessa incolumità fisica degli ispettori - è funzionale al disegno politico perseguito indistintamente da tutti i governi negli ultimi venti anni e che ha l’obiettivo di liberare i datori di lavoro che contano dai lacci e laccioli delle norme che ancora esistono a tutela del lavoro e colpire le micro-imprese che per sopravvivere ricorrono al lavoro nero.
   
NO AI PROGETTI QUALITA’ : LA QUALITA’ NON E’ QUANTITA’

Come Unione Sindacale di Base siamo fermamente convinti che il salario del lavoratore non debba essere correlato al profitto dell’impresa o, come nel caso di una pubblica amministrazione, all’efficacia della propria azione.
Nel contratto di lavoro il lavoratore mette a disposizione la propria prestazione lavorativa e stà al datore di lavoro, che non a caso ha il potere decisionale e quello disciplinare, conseguire i propri obiettivi.
Legare una parte del salario al conseguimento degli obiettivi ha reintrodotto surrettiziamente nel mondo del lavoro di questo Paese una sorta di cottimo, di barbarie sociale.
Per questa ragione non saremo mai disponibili a condividere accordi che distribuiscono parte del salario sulla base della partecipazione, del lavoro a “cottimo” fornito da quello stesso lavoratore.
Questo non significa che non si possa e debba intervenire perché quello che fino a ieri si chiamava Fondo Unico di Amministrazione e che per l’Ispettorato Nazionale deve essere totalmente definito nei contenuti e nelle forme, sia radicalmente diverso da quello conosciuto e di fatto strumento di pressione verso gli ispettori, anche in questo caso spinti nel ruolo di sbirraglia sui territori; e strumento di discriminazione ed iniquità per il personale amministrativo, lasciato alla valutazione spesso arbitraria di capi, capetti e dirigenti.

IL SALARIO ACCESSORIO E’ UN DIRITTO – NO AL COTTIMO

Il decreto del 26 dicembre 2016, con uomini, sedi e attrezzature, ha trasferito nell’Ispettorato Nazionale anche l’iniquità  delle mancate progressioni economiche di tanti dipendenti.
Nono solo, il personale dell’Ispettorato, nelle intenzioni dei vertici, espresse con la circolare “2” dovrebbe operare congiuntamente con il personale ispettivo degli Istituti che ha in un buon numero di casi (la totalità per gli ispettori dell’INAIL, tutti apicali) non solo trattamenti economici e normativi decisamente migliori, ma anche inquadramenti contrattuali equiparativamente superiori.
E’ allora preliminare a qualunque accordo sanare, oltre alle sperequazioni economiche, anche quelle contrattuali e prevedere comunque percorsi di riqualificazione che coinvolgano tutto il personale.

SANARE L’IMBROGLIO DELLE PROGRESSIONI ECONOMICHE
PROCESSI DI RIQUALIFICAZIONE PER TUTTI

Il fondino è stata la monetizzazione del rischio che a dicembre del 2014 il ministero ha dovuto riconoscere agli ispettori in agitazione.
E’ poca cosa e finanziata con i proventi delle ispezioni ed è cosa ben diversa da un’indennità di funzione.
La cosa vergognosa è stato l’accordo sottoscritto nel 2016 al ministero da quasi tutte le sigle sindacali con cui si “dettavano” linee guida” per la sua erogazione che di fatto veniva legata all’attività ispettiva del singolo con le stesse logiche del FUA.
L’accordo non aveva alcun valore – la legge stabilisce che le modalità di fruizione del fondino siano stabilite con le RSU locali – ma in tutta Italia, meno che a Frosinone, tutte le Direzioni si sono uniformate a quell’accordo facendo divenire il fondino l’ennesimo strumento di degrado dell’attività ispettiva, aggravando, peraltro, i rischi degli ispettori.

FINANZIARE  ED ASSIMILARE IL FONDINO AD UN’INDENNITA’ DI FUNZIONE
INCENTIVARE LA COLLABORAZIONE DI TUTTO IL PERSONALE
ALL’ATTIVITA’ ISPETTIVA


U.S.B. Pubblico Impiego – coordinamento nazionale Ispettorato Nazionale del Lavoro