INL - Lettera al D.G. Riunione del 29 dicembre 2016

RIUNIONE DEL 29 DICEMBRE 2016
Egregio Direttore Generale
dr. Danilo Papa

indirizziamo a Lei la presente in quanto il 29 dicembre u.s. Le è toccato l’ingrato compito di illustrare, coadiuvato – si fa per dire – dai silenti rappresentanti degli Istituti, la circolare con la quale si darebbe l’avvio a far data dal 1 febbraio 2017 all’Ispettorato Nazionale del Lavoro.
Compito ingrato in quanto la stessa circolare oggetto dell’incontro – e reperita da tutti in rete – non era mai stata trasmessa formalmente alle organizzazioni sindacali partecipanti e Lei ha dovuto precisare di non avere la facoltà e l’autorizzazione di produrla al tavolo.
Compito ingrato perché ha dovuto trascorrere buona parte della riunione al telefono per avere da chi di dovere l’autorizzazione a distribuire copia della circolare e, poi, a concordare l’attuale riconvocazione della riunione.
Che questa non sia un’idea accettabile di relazioni sindacali è scontato, come è scontato il fatto che queste modalità siano espressione di un’idea di gestione del potere che speravamo essere stata sepolta il 4 dicembre dalla volontà del popolo italiano.
Non riteniamo accettabile questa idea di relazioni sindacali, ma non ci siamo uniti al coro di coloro che, in nome di una concertazione rediviva, rivendicano prerogative e legittimazioni per poi sottoscrivere, assicurate quelle, qualunque accordo in danno dei lavoratori.
Come Unione Sindacale di Base eravamo interessati alla sostanza, ben consapevoli che la nostra legittimazione e la forza per far valere le nostre ragioni vengono esclusivamente dai lavoratori.
Eravamo interessati alla sostanza, perché la circolare in questione conferma e per intero, tutte le ragioni delle nostre perplessità e della nostra contrarietà.
Anche in questa riunione del 2 gennaio a Lei tocca il compito ingrato di raccogliere le osservazioni di parte sindacale per riferirle successivamente a chi di dovere. Ancora una volta, il 2 gennaio le organizzazione sindacali non hanno di fronte un interlocutore con cui avviare una discussione – figuriamoci una trattativa – ma un “uditore” che ci fa la cortesia di stare ad ascoltare.
Se qualcuno è soddisfatto perché le formalità sono soddisfatte – lei è pur sempre il Direttore Generale! – per noi la sostanza non cambia rispetto al giorno 29 dicembre.
Allora, come Unione Sindacale di Base, nell’attuale incontro non intendiamo entrare nel merito delle ragioni che da un punto di vista sostanziale e tecnico ci lasciano paragonare il nascente Ispettorato Nazionale del Lavoro ad un matrimonio per il quale non ci siano neanche i proverbiali fichi secchi e rimandiamo la puntuale contestazione delle criticità ad un apposito dossier che pubblicheremo nei prossimi giorni.
(Non intendiamo, qui, aiutare a togliere le castagne dal fuoco a chi non si degna neanche di venirci da ascoltare!)
Quello che come Unione Sindacale di Base ci preme sottolineare oggi qui, è l’idea perversa di manomissione della presenza dello Stato nel mondo del lavoro che, a completamento del Jobs act, si realizza con questo Ispettorato Nazionale del Lavoro.
La Circolare è chiarissima – e non contano i tempi con cui la realtà si andrà a conformare al disegno  - la presenza dello Stato sul piano della legislazione sociale e della previdenza si deve caratterizzare attraverso un ferreo controllo politico che vede il centro dettare le direttive e la periferia adeguarsi, con il personale ispettivo ridotto a mero esecutore di ordini.
Sarà il centro a stabilire chi, come, quando, perché e a chi eseguire un accertamento ispettivo o previdenziale.
Sarà il centro a dettare le modalità e le “buone pratiche”, le forme ed i contenuto cui il personale ispettivo delle attenersi, pena conseguenze disciplinari.
Sarà il centro a stabilire che, volendo ad esempio rilanciare la previdenza integrativa dei fondi pensione, si riducano gli accertamenti contributivi.
Illazioni?
Se queste fossero solo illazioni, nell’architettura disegnata dalla circolare, dove troverebbe ascolto un lavoratore che lamenta un torto, un’azienda che vuole un chiarimento, la specificità e particolarità di ogni territorio, con il suo tessuto produttivo, culturale ed umano?
Non una sola parola viene spesa, perché l’obiettivo dell’intera operazione è un altro.
Non vi erano ragioni né di efficienza né pratiche per sottrarre agli istituti i rispettivi servizi ispettivi e gli ispettori del lavoro di tutto avevano bisogno meno che di una riforma che, con la scrivania, sottraesse loro il legame sociale col territorio.
Come Unione Sindacale di Base porremo in essere ogni possibile azione per contrastare la riuscita di questo disegno perverso.

  p. USB P.I.

Vincenzo Buttiglieri INPS
Imbimbo Nora INAIL                                                                        
Severo Lutrario MINISTERO LAVORO E P.S.