Inl, Il Fua e le faine
Il 28 novembre 2018, nella sede dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro in Roma, gran cerimoniere il Direttore Centrale Risorse Umane, Bilancio e Affari Generali, dottor Giuseppe Diana, si sono riunite le faine, quelle che pretendono che l’USB sia esclusa dagli incontri per essersi rifiutata di mettere la sua firma in calce all’ennesimo contratto a perdere, che così felicemente ha soddisfatto i loro appetiti, ed hanno concordato l’ennesima razzia a danno dei poveri polli che dall’Ispettorato Nazionale dipendono.
Ma è opportuno che i polli conoscano chi siano queste faine: FP Cgil, Cisl FP, UIL PA, FLP, Confintesa FP e Confsal Unsa.
Stiamo parlando della sottoscrizione dell’accordo per il Fua 2017, è chiaro.
Come sono chiarissimi alcuni fatti indiscutibili.
Con inveterata e sempre inaccettabile consuetudine la discussione sulla ripartizione del salario accessorio del 2017 è stata organizzata a “babbo morto”, ovvero undici mesi dopo il termine del periodo di riferimento, vanificando così il pur discutibile senso che vuole una parte del salario dei lavoratori legato al conseguimento degli obbiettivi del datore di lavoro, attraverso la definizione di performance di cui il dipendente sia consapevole all’atto della propria prestazione di lavoro.
Ma nello specifico questa circostanza rileva in maniera particolare in quanto l’accordo che è stato partorito – e non vogliamo indagare per mezzo di quale orifizio lo sia stato – ha inopinatamente legato la ripartizione di una quota di salario accessorio all’efficace compimento di fantomatici progetti.
E’ chiaro che un visitatore proveniente da Marte, che si fosse trovato a passare per i corridoi di piazza della Repubblica a Roma, avrebbe legittimamente potuto ignorare come nell’anno 2017 non ci sia stata notizia alcuna degli Ufo di cui al paragrafo precedente. Diciamo che la stessa ignoranza sorprende, non tanto nel gran cerimoniere, quanto in quelli che si autodefiniscono i rappresentanti dei lavoratori.
Quelli che, come noi, sono soliti pensar male, hanno letto in questa amenità la precisa volontà del gran cerimoniere di determinare un cospicuo (e poi vedremo quanto cospicuo) tesoretto da sottrarre alla ripartizione generale, per girarlo ai dirigenti di ogni sede a beneficio del locale cerchio magico.
Del resto la successiva comunicazione del dottor Diana non fa che confermare quei cattivi pensieri.
Peraltro la quota destinata a questo scopo, ovvero il 25% di quel che resta tolte “le eventuali indennità nazionali e la responsabilità dei piani operativi – e fatte salve le risorse finalizzate a specifici scopi previsti da disposizioni di legge” (praticamente bazzecole) sarebbe apparsa abnorme e priva di senso anche per uno scolaro delle scuole primarie che avesse appreso i primi rudimenti sulle proporzioni.
In realtà la mela avvelenata squadernata nei piatti delle faine aveva certamente uno scopo divisivo che, di fronte all’ennesimo imbroglio, avrebbe fatto dei polli i noti capponi di Renzo alle porte di messer Azzeccagarbugli.
Diciamolo subito, le faine godono di pessima fama, ma sono considerate indiscutibilmente intelligenti, per cui appare poco credibile che si siano fatte abbindolare dallo scaltro Direttore Centrale.
Del resto, come USB non siamo in grado di stabilire se sia più grave questa ipotesi o quella che vede questi signori direttamente complici dell’ennesima operazione in danno dei lavoratori.
Ma avendo partecipato per tanto tempo all’inutile chiacchiericcio di quelli che vengono pomposamente chiamati tavoli sindacali, possiamo comunque testimoniare come la norma per questi signori, oltre all’insopportabile logorrea, è la pronta ed assoluta disponibilità a mettere la propria firma a qualunque pezzo di carta – fosse pure igienica e neanche di prima mano – gli venga messa sotto il naso.
Coordinamento Nazionale USB Lavoro, INL, ANPA