Incontro con il Ministro del Lavoro Damiano ed il Ministro della Solidarietà Sociale Ferrero
Si è svolto in data odierna presso la sede di via Veneto un incontro con il ministro del Lavoro on. Damiano ed il ministro della Solidarietà Sociale on. Ferrero.
Questo incontro con i nuovi Ministri arriva di fatto dopo mesi di interruzione delle relazioni sindacali intervenute per la chiusura della parte pubblica alle richieste delle Organizzazioni Sindacali.
Sia il ministro Damiano che il ministro Ferrero si sono dichiarati disponibili ad un confronto aperto con i rappresentanti dei lavoratori, ognuno per le proprie competenze, ed un primo tavolo di confronto sarà avviato in tempi molto brevi per affrontare le problematiche riguardanti la gestione della fase transitoria del c.d. “ spacchettamento” dell’ex ministero del Welfare.
La RdB nel suo intervento ha posto come prioritario il richiamo alla centralità del lavoro e dei diritti dei lavoratori, sostenendo che gli interessi dei lavoratori del Ministero non vanno visti disgiunti dagli interessi dei lavoratori pubblici e privati. Bisogna creare le condizioni affinché vengano rimosse tutte quelle norme che rendono il lavoro sempre più precario peggiorando le condizioni di vita di milioni di lavoratori, norme che permettono comportamenti vergognosi alle aziende e che consentono la possibilità di operare licenziamenti mascherati da “mancato rinnovo contrattuale”, come, per esempio, sta avvenendo in questi giorni per i lavoratori del call-center dell’ Atesia, anche purtroppo con l’avallo delle sigle confederali, lavoratori a cui va tutta la nostra solidarietà. Questo abbiamo detto ai due Ministri: bisogna dare risposte a questi lavoratori che oggi sciopereranno per l’intera giornata e a tutti quei lavoratori, di cui circa quattrocentomila solo nella Pubblica Amministrazione, che vivono nella precarietà più assoluta legata alle disponibilità economiche previste nelle varie finanziarie.
Altro problema che abbiamo portato al tavolo è la vigilanza alle aziende che necessita di un intervento energico sia in termini di organizzazione del lavoro che di dotazioni organiche, poiché è impensabile assicurare la tutela dei diritti dei lavoratori e la sicurezza sui luoghi di lavoro con l’attuale numero di ispettori, nonostante le ultime ottocento assunzioni, in considerazione soprattutto dell’alto numero delle aziende dislocate sul territorio nazionale. Affinché la vigilanza alle aziende possa dare qualche risultato concreto in termini di riduzione delle morti bianche, degli infortuni e dell’evasione contributiva bisogna che ci sia una proporzione ragionevole tra numero delle aziende e numero degli ispettori..
Altro punto fondamentale è la questione legata alla vigilanza alle società cooperative, competenza trasferita, anni or sono, con la Direzione Generale della Cooperazione, al Ministero delle Attività Produttive. A tutt’oggi la vigilanza alle cooperative viene assicurata dai dipendenti del Ministero del Lavoro, della sede centrale e degli uffici periferici, ed in prospettiva questa competenza potrebbe essere trasferita alle associazioni delle cooperative che da anni hanno fiutano l’affare (si tratta di tanti, ma tanti milioni di euro l’anno), dal momento che il M.A.P. non è in grado di assolvere a questa funzione istituzionale non avendo un corpo ispettivo dislocato sul territorio nazionale. Bisogna ricreare le condizioni affinché la vigilanza venga garantita dallo Stato, e se occorre bisogna pensare ad un ritorno di questa funzione tra le competenze del Ministero del Lavoro poiché solo così si assicurerebbe l’erogazione di questo servizio su tutto il territorio nazionale e la salvaguardia dei diritti e della sicurezza dei lavoratori dipendenti e degli stessi soci lavoratori.
Infine è stato ribadito al Ministro Ferrero la nostra posizione circa la necessità di una inversione di tendenza rispetto alla legislazione prodotta negli anni precedenti in merito ai diritti degli extracomunitari, una nuova politica che sia di coesione e di inclusione sociale e quindi un approccio totalmente diverso da quello della legge Bossi-Fini, che ha ridotto ulteriormente gli spazi di agibilità e democrazia per i lavoratori extracomunitarii; è necessario soprattutto restituire dignità a persone che hanno dovuto abbandonare per fame o per guerre i propri luoghi di origine, spesso anche costrette a lasciare la propria famiglia e i propri affetti.
Per affrontare le problematiche dei lavoratori del ministero che di fatto sono gli attori principali per garantire i suddetti servizi, la RdB ha presentato una piattaforma frutto anche di un processo di partecipazione e di confronto degli stessi lavoratori del ministero, contenente le proposte per quanto riguarda i diritti, il salario accessorio, l’organizzazione del lavoro e i percorsi di riqualificazione e, in generale, tutto ciò che riguarda il rapporto di lavoro. Su questi punti le RdB chiederanno un confronto in tempi ragionevolmente brevi, dichiarando la propria disponibilità ad un dialogo e dai fatti valuteremo l’operato del Ministro Damiano e del Ministro Ferrero.
RdB/CUB P.I. /Min. Lavoro
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