Il marchettone di Stato: i soldi per i lavoratori INL non ci sono ma per i boiardi della PA sì
Altro che affari correnti, il marchettone di Stato è servito! In piena crisi economica e nel bel mezzo di una campagna elettorale durante la quale politici di ogni parte prospettano ricette per la difesa dei diritti dei lavoratori e per la lotta al lavoro povero e precario, in Parlamento si approva un emendamento che consente lo sforamento del tetto di € 240.000 annui per gli stipendi dei vertici delle forze di polizia, delle forze armate e della pubblica amministrazione (capi dipartimento e segretari generali dei ministeri e della Presidenza del Consiglio). La copertura è assicurata mediante stanziamento sul fondo per le esigenze indifferibili del MEF, con dotazione annua pari a € 25 milioni.
Di fronte a questo capolavoro elettorale gentilmente elargito ai boiardi di Stato, è giusto far sapere alle lavoratrici ed ai lavoratori dell’INL che in sede di conversione del DL Aiuti bis è stato presentato altro emendamento che prevedeva il tanto agognato adeguamento dell’indennità di amministrazione in favore dei dipendenti degli enti esclusi lo scorso febbraio. Ebbene, il MEF e il Governo hanno bocciato il testo per mancanza di copertura finanziaria. Parliamo dello stesso MEF che ha inteso garantire risorse aggiuntive ai suoi dipendenti già perequati, il medesimo Tesoro che nel corso dell’intera vicenda ha dimostrato un certo accanimento nei confronti dei dipendenti di INL e ANPAL, sino a sostenere che i vincoli di bilancio non consentivano (solo per noi) la perequazione perché contraria al ripianamento del deficit pubblico (sic!).
Tutto questo la dice lunga sul come la politica sia riuscita ancora una volta a negare le ragioni della giustizia e dell’equità, a ignorare le legittime aspettative di chi ogni giorno è impegnato ad assicurare tutela ai diritti dei lavoratori italiani.
A rincarare la dose è l’aver saputo in questi giorni che in moltissime sedi dell’INL non si sia presentato neanche un ispettore per la prevista presa di servizio. I numeri esatti sono nella disponibilità dell’INL, ma girano voci del 60 - 65 % di rinunce per il ruolo ispettivo.
E ciò, lo vogliamo ribadire, non è soltanto colpa della mancata perequazione, ma di una pessima riforma che ha determinato lo smantellamento di un ente che avrebbe dovuto unificare le funzioni ispettive e che, invece, ha lasciato inalterate le sperequazioni tra il personale. È la diretta conseguenza della mancata valorizzazione dei dipendenti dell’INL, del fatto che in 15 anni si è realizzato un solo scatto nella posizione economica superiore, del fatto che sui territori imperversa una tale frammentazione dei compiti, a causa di organici (ispettivi e amministrativi) ridotti all’osso, che indebolisce la capacità di ognuno di esprimere appieno la propria professionalità. E non da ultimo ricordiamo che per il personale di vigilanza sono state ampliate funzioni e relative responsabilità senza formazione sul campo, senza strumenti (pensiamo ai cellulari di servizio, ad esempio) e senza un adeguato riconoscimento economico.
Di fronte a questi segnali è comprensibile che i vincitori del concorso non intendano incrociare il proprio destino con i dipendenti dell’INL, ai quali non è garantita la parità salariale con i colleghi dei ministeri.
Per il personale dell’INL la misura è colma! È tempo di smascherare le incredibili storture di questa vergognosa vicenda. Riprendiamo lo stato di agitazione e facciamolo tutti, compattamente!
USB Pubblico Impiego - Coordinamento Nazionale INL-MLPS-ANPAL
Roma 14 settembre 2022