Il generale del Grillo
Con la nomina del nuovo capo dell'Ispettorato Nazionale ci saremmo aspettati un qualche cambiamento, un qualunque segnale che indicasse almeno la volontà del nuovo responsabile di mettere mano ad una rivalutazione della funzione ispettiva, degradata in anni di progetti qualità che la assimilano alla raccolta delle patate e, da ultimo, con la pretesa della tracciabilità oraria della prestazione (che ha senso solo se il lavoro consiste nel fare le puttanate – scusandoci per il tecnicismo – degli accessi brevi).
Avremmo voluto avvertire il nuovo capo della necessità di diffidare di una dirigenza che è corresponsabile della situazione e fare presente le aspettative e le sacrosante richieste del personale. Comprese quelle di quello amministrativo, sempre più anziano, niente affatto considerato e in numeri sempre più scarsi.
Avremmo voluto questo ed altro, ma i fatti ci hanno detto che l'unica novità certamente apportata dal nuovo capo, allo stato, riguarda una cosa di cui non si sentiva la necessità: la maleducazione.
E’ stato il generale a convocare i sindacati alle ore 12.00 di oggi 23 ottobre.
Il generale c’era, chiuso nel suo ufficio, e lì è rimasto almeno sino alle 13.30 quando la delegazione dell’USB abbandonava la sala, comunicando la ragione ad un imbarazzato capo del personale.
Chiariamo, possono esservi decine di ragioni che possano impedire o ritardare la presenza ad una riunione. Non è questo il punto. Il punto è che l’ospite, il padrone di casa, per un’ora e mezza non ha ritenuto di usare la cortesia di avvertire personalmente, o per interposta persona, del suo impedimento, scusandosi della cosa, coloro che lui stesso aveva invitato.
Diciamo che, contrariamente al coraggio del don Abbondio manzoniano, l’educazione non è come il coraggio e se uno non ce l’ha, se lo deve procurare!
Ma un generale non è persona che possa essere all’oscuro delle buone maniere e nel suo comportamento è trasparente il messaggio che il nuovo capo ha mandato ai rappresentanti dei lavoratori e, come quel marchese reso celebre da Alberto Sordi, ha chiarito il suo pensiero:
“Io sono io e voi non siete un c…”
Non sappiamo cosa abbiano fatto alla fine le altre delegazioni sindacali. L’USB non ha greppie a cui sfamarsi ed interessi da coltivare e non si fa insultare. Chi avesse atteso che il generale lo degnasse della propria presenza e avesse scambiato con quello i convenevoli di presentazione, avrebbe solo dato la dimostrazione al generale che non si sbagliava, che “non sono un c…”.
Per quanto ci riguarda, l’USB era comunque intenzionato a preannunciare in quella sede la consegna di un documento articolato per la difesa ed il rilancio della funzione ispettiva e, quindi, per la tutela di tutti coloro che con il loro lavoro assicurano la funzione sociale dell’Ispettorato nei confronti dei lavoratori tutti.
Il documento lo invieremo comunque, dandone ampia comunicazione a tutti i lavoratori, anche se non avrà i toni di speranzosa aspettativa con cui avremmo voluto uscire dall’incontro di oggi.
Chiederemo al generale un incontro formale - gli interlocutori “non te li puoi scegliere” – ma allo stato pretendiamo dallo stesso delle scuse formali ed ufficiali nei confronti chi ha fatto centinaia di chilometri per subire la sua scortesia e per tutti i lavoratori che ci danno il mandato a rappresentarli.
P.S. veniamo a conoscenza in giornata che una nuova riunione è stata fissata per il giorno 30 ottobre (valuteremo …)
USB/P.I. Coord. Nazionale Lavoro INL e ANPAL