Fua 2015- 2016- 2017, accordi a perdere e soluzioni magiche
CISL, UIL e UNSA firmano il FUA 2016, le stesse OO.SS insieme alla CGIL firmano l’ipotesi accordo stralcio per il 2017.
A seguito della mobilitazione di tutti lavoratori dell’ ex Ministero Lavoro, che ha messo in grave difficoltà i vertici politici e amministrativi dei tre neonati Enti, si sono infine trovate le risorse che parzialmente andrebbero a coprire i tagli attuati dalla Ragioneria Generale sui FUA 2015 e 2016.
5.300.000 euro è la somma complessiva ottenuta, di cui 2.893.197 devono essere usati a copertura del disallineamento riscontrato sul FUA 2015 e per i restanti 2.406.802 a titolo di acconto sulle disponibilità economiche del 2017.
Quindi, così come improvvisamente scompaiono, i soldi sono pronti a ricomparire…sempre che i lavoratori si facciano sentire con orgoglio, rabbia e determinazione.
Vittoria si ma neanche poi tanta perché comunque i tagli sul 2016 rimangono tutti (11.626.000 in luogo dei 14.540.000 previsti come da accordo firmato ad agosto !!). Nonostante il disavanzo sarà compensato parzialmente dall’acconto del 2017, una perdita secca media pro capite di 80/100 euro per lavoratore è ipotizzabile.
Un accordo, quello sul 2016, in perdita, viziato dalle stesse identiche modalità che richiamano alla produttività, come se ci fosse ancora bisogno di valutazioni, schede e ammennicoli vari dopo quasi 2 anni di ritardo nei futuri pagamenti!
Con l’ipotesi di accordo stralcio per l’anno 2017, invece, l’ Amministrazione e le OO.SS. firmatarie s’impegnano a destinare una somma pari a 5.000.000 di euro (da ripartire per i tre Enti) al fine di procedere nel 2018 alle progressioni economiche. Trattasi di un impegno programmatico, in sostanza, di una mera dichiarazione d’intenti soprattutto alla luce delle precedenti esperienze di questo tipo.
Per il 2016 era stato stipulato un protocollo d’intesa sulle progressioni puntualmente disatteso !! Per il 2017 era stato addirittura firmato un accordo successivamente non validato e che ha dato origine a tutti i rilievi della Ragioneria costringendo il personale a scendere in piazza e a dare vita allo stato di agitazione su tutti i territori per pretendere quello che gli spettava….quanto può rassicurare, quindi, una semplice dichiarazione d’ intenti a valere sul 2017 per il 2018?
Altro piccolo particolare delle somme previste (e figurarsi se ad oggi certificate) per il 2017 (15.093.000 euro) non sappiamo a quanto corrisponda la parte certa ( unica da usare per eventuali progressioni economiche). Se firmare questi accordi rappresentava per qualcuno portare a casa lo straccio di qualcosa questi sono i risultati attuali e per quelli futuri incrociamo le dita !! Di colpi di magia ne abbiamo fin sopra i capelli pretendiamo certezze"
Come USB ribadiamo che se progressioni economiche ci saranno dovranno in primis coinvolgere quella parte dei lavoratori che da esse sono stati precedentemente esclusi. Questo vale per coloro i quali dopo 30 anni e più di carriera non sono rientrati nel novero delle progressioni e per quelli che a vario titolo sono stati penalizzati da criteri discriminanti.
Al netto della questione FUA tutte le problematiche sollevate durante le numerose e partecipate assemblee tenutesi presso gli uffici territoriali, del Ministero e dell’ ANPAL non sono certe pervenute a soluzione. L’affare FUA è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso; un vaso pieno delle contraddizioni emerse dalla realizzazione di una riforma coatta accompagnata da promesse strombazzate con la complicità di alcune OO.SS, promesse a cui molti avevano creduto e che oggi si trasformano in profondo disagio determinato da mancanza di strumenti, fondi e progetti veri per implementare un più efficace lotta al lavoro nero , per tutelare i lavoratori nelle fabbriche, neri cantieri in tutti i posti di lavoro dove l’inadempienza sulle norme di sicurezza da parte dei datori di lavoro causa migliaia d’incidenti e centinaia di morti.
Ora fare un passo indietro, da parte dei lavoratori, è sbagliato!
Bisogna tenere alta l’attenzione e il livello di agitazione sindacale per rivendicare le proprie funzioni e impedire la deriva verso cui la riforma, tutta a costo dei lavoratori, dell’INL potrebbe trascinarci.
USB/P.I. Coordinamento Nazionale Lavoro