Firenze. Lettera al Sindaco Domenici "Vogliamo i soldi del contratto"

In allegato la lettera

Firenze -

Egregio Signor Sindaco,



nel corso di queste settimane una buona parte della classe politica ed i media hanno cercato di convincerci che in testa alle preoccupazioni degli italiani c’è la necessità di riscrivere la legge elettorale e procedere sulla strada delle infinite riforme istituzionali di cui il Paese avrebbe bisogno.


Non è cosi. In cima alle preoccupazioni ed alle ansie di milioni di cittadini c’è quella che è stata battezzata come l’emergenza salariale. I redditi di lavoratori e pensionati sono fermi da metà degli anni 90, il costo delle tariffe (luce, acqua, gas) in continua crescita, i prezzi dei generi di prima necessità si sono impennati nel corso di quest’ultimo anno, l’inflazione, anche quella ufficiale, è in ripresa ed erode ulteriormente il potere di acquisto delle retribuzioni, il carico fiscale nazionale e locale è aumentato.


Milioni di lavoratori non riescono ad arrivare a fine mese e sono costretti ad indebitarsi anche pesantemente. Questo è il frutto della scellerata politica dei “due tempi” che da oltre quindici anni, governi di centrosinistra e di centrodestra, in questo davvero fotocopie speculari, propinano al paese.


Prima il risanamento dei conti pubblici, i sacrifici, i prelievi a senso unico sempre dalle tasche dei soliti noti (lavoratori dipendenti e pensionati)….poi la redistribuzione, una nuova politica dei redditi.


Il secondo tempo non è mai arrivato. Siamo passati da stangata a stangata, da finanziaria lacrime e sangue a finanziaria lacrime e sangue ma la politica dei redditi è rimasta sempre la stessa, favorire le rendite finanziarie, le grandi imprese, alcuni ceti del lavoro autonomo e torchiare il lavoro dipendente, chi davvero produce la ricchezza ed i servizi di questo Paese.


Eppure adesso i custodi del rigorismo monetario, Banca d’Italia in testa, ed il padronato riconoscono come ormai improcrastinabile la questione salariale. Addirittura, e non vogliamo entrare nel merito delle motivazioni profonde e reali, moltissimi imprenditori privati dai Della Valle ai Carraro, hanno autonomamente proceduto ad erogare aumenti salariali ai propri dipendenti.


In gioco non c’è soltanto l’impoverimento di milioni di persone ma anche il futuro della nostra economia, il declino produttivo di un Paese che non riesce più ad alimentare la domanda interna perché la gente non ha più i soldi per assicurarsi le cose di prima necessità: salute, alimentazione, la casa.


Ed in questo contesto, la crisi di governo e le inevitabili elezioni politiche anticipate rischiano di far precipitare la situazione. In particolare per quelle categorie come i dipendenti degli Enti Locali che hanno i Contratti Collettivi Nazionali ormai scaduti da oltre due anni.


Da oltre due anni i dipendenti aspettano quei famosi 100 euro (per altro davvero insufficienti per affrontare la crisi salariale) che l’intesa del maggio 2007  tra Governo e Cgil, Cisl e Uil ha promesso invano.


Non possiamo più attendere che il teatrino della politica nazionale si decida a scendere dai dotti dibattiti sulle riforme istituzionali per affrontare i veri problemi del Paese.


Signor Sindaco, le chiediamo pertanto un atto di equità sociale e di responsabilità politica, erogando, fin dal mese di marzo, in busta paga, a titolo di acconto i 100 euro promessi ai lavoratori pubblici, quasi un anno fa.


Conferire a titolo di anticipo sul CCNL e salvo conguaglio 100 euro di aumento in busta paga ai 4700 dipendenti del Comune di Firenze, certamente non risolverà il problema di una diversa politica dei redditi in questo paese ne allontanerà l’esigenza di una profonda revisione del carico fiscale sul reddito da lavoro dipendente ma rappresenterebbe un segnale importante anche nella sua qualità di Presidente Nazionale dell’ANCI.


Crediamo che il datore di lavoro pubblico, di un amministrazione di centro sinistra, non possa davvero essere da meno di un Della Valle e riconoscere ai suoi dipendenti la dignità professionale che meritano.

 


RdB/CUB avvierà una serie di iniziative sindacali perché quest’appello non risulti una mera declamazione di intenti e l’Amministrazione del Comune di Firenze si assuma le responsabilità che le spettano.


6 febbraio 2008 - La Repubblica

LE RDB
"Domenici come Della Valle, dacci subito l´aumento"
di ERNESTO FERRARA

Firenze - «Domenici, non essere da meno rispetto a Della Valle: aumenta lo stipendio ai dipendenti comunali fin da marzo, senza aspettare che il teatrino della politica decida di occuparsi dei problemi veri del paese». Ovvero che si chiuda la vertenza del contratto nazionale delle pubbliche amministrazioni, scaduto da più di due anni. E´ l´appello-provocazione che arriva dai sindacati di base (Rdb) di Palazzo Vecchio, che hanno scritto una lettera aperta al sindaco e presidente dell´Anci Leonardo Domenici per chiedergli di aumentare di 100 euro - salvo conguaglio - a partire a marzo la busta paga dei 4.700 dipendenti comunali. Seguendo in qualche modo quella catena di aumenti unilaterali in busta paga inaugurata dall´amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne e poi seguita dal vice di Confindustria Alberto Bombassei per la sua azienda, la Brembo. Aumenti che mandarono su tutte le furie i sindacati confederali. Ma che alle Rdb di Stefano Cecchi evidentemente non sono dispiaciuti: «Crediamo - scrivono - che il datore di lavoro pubblico, di un´amministrazione di centro sinistra oltre che presidente nazionale Anci, non possa davvero essere da meno di Diego Della Valle nel riconoscere ai suoi dipendenti la dignità professionale che meritano». Il patron della Fiorentina ha infatti concesso ai suoi dipendenti (Tod´s) 1.400 euro come contributo una tantum. «Siamo passati da stangata a stangata, da finanziaria lacrime e sangue a finanziaria lacrime e sangue ma la politica dei redditi è rimasta sempre la stessa - è la tesi Rdb - da oltre due anni i dipendenti aspettano quei famosi 100 euro che l´intesa del maggio 2007 tra governo e Cgil, Cisl e Uil ha promesso invano: l´amministrazione fiorentina si assuma le responsabilità che le spettano e conceda l´aumento, pur nella consapevolezza che non basterà ad affrontare un costo della vita sempre più asfissiante». Ma la Cgil non si associa. E anzi critica: «E´ una proposta ridicola, propagandistica. Snaturerebbe il ruolo del sindacato - dice Chiara Tozzi dalla Cgil funzione pubblica - il nostro appello a Domenici è che faccia di tutto per chiudere una vertenza nazionale che dura da 28 mesi».