Disabilità: lavoratori con la 104, dal “beneficio” al “danno”

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Dovrebbero essere beneficiati …. ma all’Ispettorato Nazionale del Lavoro i lavoratori dipendenti che fruiscono dei permessi della legge 104/92, per assistere un familiare o affine disabile, a fronte, dunque, di situazioni gravi e conclamate, debitamente certificate, subiscono una decurtazione del premio di produttività (Fondo Risorse Decentrate) legato alla mera presenza in servizio e non agli obiettivi raggiunti.

Una categoria che la legge, da oltre 20 anni, prova a tutelare, ma che di fatto continua ad essere osteggiata ..….. quasi a volerla indurre a rinunciare a quello che è un suo diritto.

Ai “lavoratori della 104” non basta il carico di fatica fisica e di stress psicologico, derivante dalla necessità di assistere i propri cari e far fronte agli impegni di lavoro di cui sono gravati, adesso devono fare i conti anche con la ripercussione negativa delle giornate di permesso fruito sulla retribuzione accessoria, prevista dagli accordi di Amministrazione sul Fondo Risorse Decentrate, anni 2019 e 2020.

Il mancato riconoscimento, nell’ambito del trattamento accessorio, del valore della cura/assistenza cui si dedicano determina, infatti, tutta una serie di penalizzazioni retributive presenti e future:

- taglio alla produttività (quota performance organizzativa) calcolata sulla base della presenza al lavoro;

- riduzione del Trattamento di Fine Rapporto (TFR), calcolato su quanto effettivamente percepito nel corso della vita lavorativa.

 La produttività va calcolata in base ai risultati ottenuti dai lavoratori rispetto agli incarichi ricevuti ma, per la gran parte del fondo accessorio, il calcolo è effettuato, senza alcuna razionalità, tenendo conto delle mera rilevazione delle presenze e, di conseguenza, penalizza soprattutto le donne o chi comunque è costretto ad assentarsi per ragione di cura.

 Quanto deciso dall’Amministrazione e dai soliti sindacati è, a nostro avviso, ingiusto ed illegittimo perché cozza con lo spirito del legislatore della 104 che è quello di garantire al disabile una assistenza morale e materiale adeguata, non penalizzando in alcun modo i familiari lavoratori dipendenti.

 Nell’anno 2020 tale situazione, per effetto della pandemia da covid-19 e delle conseguenti norme emergenziali che hanno ampliato tali permessi (incremento di 12 gg ) per far fronte alla chiusura dei centri di riabilitazione, delle scuole e di altri istituzioni assistenziali, finisce per penalizzare ulteriormente questa categoria di lavoratori, in dispregio ai principi di tutela della persona con disabilità e dei familiari che se ne prendono cura.

Roma, 7 luglio 2021

per USB/P.I. Coordinamento Nazionale Ministero Lavoro, INL e ANPAL