DECRETO RIORGANIZZAZIONE MINISTERO DEL LAVORO

Nazionale -

Il 25 agosto veniva pubblicato sulla G.U. il DPCM contenente l’ Organizzazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali:

riduzione delle DRL in 4 Direzioni Interregionali del Lavoro (DIL), riduzione delle DTL in 81 uffici con l’ accorpamento di 11 uffici territoriali, riduzione delle Divisioni della D.G. PIBLO da 11 a 7, dimagrimento del personale Dirigenziale in previsione del  ridimensionamento del numero degli incarichi in amministrazione centrale e in quella periferica e poi ….. cos’altro !?! Una singolare nuova denominazione della D.G. PIBLO a cui si aggiunge ( quasi per incanto ) il tratto - Ufficio Procedimenti Disciplinari - come a voler sottolineare che un micro ufficio, ad oggi incardinato in una divisione della stessa PIBLO, debba nel prossimo futuro assumere una rilevanza tale da dover essere citato come incipit della nuova organizzazione dell’ Amministrazione Centrale !?! Stranezze dell’ iper burocratismo o future promesse di inflessibili determinazioni nei confronti dei lavoratori !?!

Perdonate i banali dubbi accompagnati dalle retoriche domande ma all’alba di una propagandata ed in parte attuata riforma della P.A. che affonda le unghie nella carne viva dei diritti (lavoro, sanità, istruzione), il DPCM relativo al Ministero del Lavoro potrebbe apparire ben poca cosa.

Si perché, in fondo, tutto cambia, ma a star a sentire le rassicurazioni dei soliti noti, in fondo, tutto rimane come prima: le sedi, seppur accorpate, rimangono operative ai loro posti, i lavoratori rispetto alle piante organiche non sono in esubero (oppure gli esuberi si riducono a poche decine di unità che saranno assorbite dai pensionamenti), le funzioni (ancor che  ridotte all’osso da precedenti decisioni) rimangono tali … insomma come diceva una famosa canzone “senza troppi disturbi qualcuno sparirà “……….

 Quindi questa tanto attesa riorganizzazione il cui testo ha ballato per più di un anno tra Corte dei Conti Ministero e Consiglio dei Ministri a cosa serve e a chi giova !?

E’ palese l’inutilità e l’intempestività di questo provvedimento, oppure il DPCM, in mancanza di definitive determinazioni che riguardano il nostro Ministero, può considerarsi un atto propedeutico al “ritiro” dello Stato dai territori.

Nel dubbio e, soprattutto, in assenza di corrette informazioni da parte della rappresentanza politica, noi che nel corso di quest’ultimo ventennio abbiamo fatto nostro l’adagio (modificandolo in senso laico) che a pensar male non si fa peccato ma purtroppo  s’azzecca sempre, propendiamo per la seconda ipotesi.

Da una parte con i primi accorpamenti di uffici si procede al progressivo abbandono delle tutele sui territori per cittadini e lavoratori, dall’ altra si accentra il potere che sempre più dovrà avere funzioni di controllo nei confronti dei dipendenti dell’ Amministrazione.

Un’operazione in perfetta linea con i  precedenti governi che nel corso di questi ultimi anni hanno provveduto a chiudere o “razionalizzare” centinaia tra ospedali, presidi medici,  DPT  sedi delle Agenzie Fiscali e da ultimo decine di Tribunali dei Giudici di Pace determinando un progressivo “ritiro” dello Stato sui territori tutto a danno dei cittadini e tutto in conto futuro dei lavoratori della P.A.

Quindi o saranno UTG o, più credibilmente, saranno  Agenzie i lavoratori del Ministero del Lavoro devono conoscere quale sarà il loro destino perché a breve non si debbano trovare,  così come accaduto in un non lontanissimo passato (passaggio alle Province del personale dei collocamenti), dall’oggi al domani trasferiti senza sapere quale futuro si riserva ai loro destini lavorativi.

 

Roma,  8 settembre 2014

 

USB/P.I. - Coordinamento Nazionale Lavoro e P.S.