CONTRO IL NUCLEARE, PER SCELTE ENERGETICHE ALTERNATIVE
Il Ministro Scajola, sostenuto da tutto il Governo, ha deciso di gettare l’Italia nell’avventura nucleare.
Per combattere un presunto rischio energetico derivante dalla nostra quasi totale dipendenza dal petrolio e dal gas “stranieri” si vuole trascinare il paese in un’avventura rischiosissima e peraltro molto costosa per la sua realizzazione.
Ma è proprio vero che abbiamo bisogno di altra energia?
La capacità produttiva in Italia, derivante da impianti idroelettrici, termoelettrici, geotermici, solari, eolici, biomasse ecc. è pari a 83.000 Megawatt contro una richiesta pari a 57.000 MW.
La privatizzazione dell’industria elettrica italiana con l’introduzione della Borsa Elettrica ha prodotto come conseguenza non solo l’aumento delle tariffe ma anche il fatto di costringere alcune grandi centrali come Montalto di Castro (3600 MW) e Rossano Calabro (1740 MW) a stare spente o a ritmo ridotto per ricorrere all’acquisto di energia elettrica o dai produttori privati italiani o da altri paesi, come la Francia, che a causa del suo sistema elettrico nucleare molto rigido si trova costretta a dover vendere energia sottocosto nelle ore di bassa richiesta per poi acquistarla a prezzi molto più alti in altri momenti della giornata.
Ma la favola nucleare deve andare avanti, nonostante il problema del combustibile, in questo caso l’uranio, rimanga insoluto visto che non è una fonte né rinnovabile né illimitata le cui riserve mondiali non basterebbero certo ad alimentare le 100 centrali di cui si vaneggia in Europa!
Come rimane insoluto il problema della sicurezza: a tutt’oggi non esiste una tecnologia sicura; le centrali di IV generazione di cui straparla Scajola sono di là da venire, con una tecnologia che non sarà pronta prima di 25/30 anni. Di sicurezza si dovrebbe parlare con i malati e superstiti dell’incidente di CHERNOBYL (26 aprile 1986), che fino ad oggi ha già causato mezzo milione di morti sul territorio ex sovietico, di cui 30.000 solo per la ripulitura della centrale.
C’é poi il problema dello smaltimento delle scorie; recentemente si è sfiorata un’immane tragedia con l’alluvione che ha colpito il Piemonte e per un pelo non ha portato a galla le scorie nucleari stoccate a Saluggia: i residui delle ex centrali sono tuttora sparsi per il paese in condizioni spesso precarie.
Negli Stati Uniti da 30 anni non si ordinano centrali nucleari; in altri paesi, Germania, Spagna, ecc, si investe nell’eolico, nell’energia solare ed in altre fonti alternative, avvicinandosi con questa produzione a quel 20% indicato dall’Unione Europea; e mentre in Finlandia la scelta nucleare si sta rivelando fallimentare per gli altissimi costi e per l’enorme dilatazione dei tempi di realizzazione, in Italia la ricerca e gli investimenti nelle fonti alternative vengono tenute al minimo e si ripropongono, in perfetta armonia bi-partisan, scelte già bocciate dal voto popolare: sarà stato un caso che con uno dei suoi ultimi atti Prodi abbia esteso al settore energetico il segreto di Stato sottraendo alle ASL e ai Vigili del Fuoco le funzioni di controllo finora di loro competenza? Ora possono costruire una centrale nucleare sotto casa senza neppure dircelo!
In realtá dietro i soliti mantra su black-out e ritorno alla candela si cela un business ben redditizio, quello del cemento e dell’acciaio necessari alla costruzione delle centrali in notevoli quantitá, la cui produzione dará luogo ad ingenti rilasci di CO2, ma che fa molto gola alla Confindustria per gli ingenti profitti realizzabili e all’industria della guerra che utilizza l’uranio impoverito per fabbricare bombe da impiegare nelle cosiddette guerre umanitarie.
Le alternative ci sono a partire da un serio piano di risparmio energetico combattendo gli sprechi e potenziando la quantità di energia prodotta dalle fonti rinnovabili.
Non permettiamo che in nome di un distorto sviluppo economico, funzionale solo ai profitti dei padroni, i nostri territori e tutto il pianeta vengano portati all’infarto ecologico.
Opponiamoci con forza al ritorno del nucleare in Italia.
Organizziamo in ogni luogo il rifiuto di una scelta pericolosa, antieconomica e devastante!
interessante puntata di Report sulle scorie: clicca qui
Federazione Nazionale RdB CUB
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