ANPAL: USB chiede il confronto, il direttore generale chiama la polizia

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Questo è quanto accaduto nella mattinata del 19 giugno presso la sede dell’ANPAL durante la convocazione per la contrattazione del FUA 2017.


Dopo l’esclusione dell’Unione Sindacale di Base dalle contrattazioni, presso l’ANPAL si era svolta una partecipata assemblea dei lavoratori a seguito della quale era stato redatto un documento, firmato da tutte le Rsu e dalla stragrande maggioranza dei lavoratori dell’Agenzia. Il documento chiedeva la partecipazione della USB sui tavoli di contrattazione, come O.S. maggiormente rappresentativa a livello nazionale e, in particolare, per la grandissima rappresentatività presso l’ANPAL. Inoltre  proponeva una diversa impostazione di ipotesi d’accordo FUA da discutere in relazione alle indecenti  proposte avanzate dall’ Amministrazione.


Per tutta risposta il direttore generale Salvatore Pirrone, rifiutava di prendere visione del documento e invitava i rappresentanti della USB a uscire perché non firmatari del CCNL e, quindi, da lui “non invitati”.


Visto che i rappresentanti USB non intendevano uscire, Pirrone abbandonava la sala prenotata per la convocazione e, seguito dal codazzo dei suoi collaboratori e da tutte le altre ossequiose e silenti  OO.SS. presenti, convocava le stesse presso i suoi uffici. Lì, all’ apparire dei rappresentanti USB si ripeteva la tarantella. Pirrone continuava a dichiarare di non “averci invitato” e vista la resistenza dei delegati sindacali USB non trovava migliore idea che fare intervenire la forza pubblica.


Si inaugura, così, una nuova stagione con la quale il confronto, se non gradito, deve essere regolato dall’intervento della Polizia!


Un misto di arroganza ed incapacità di gestione, anche del minimo conflitto, tanto da dimostrare una chiara debolezza nella più completa ignoranza, non solo delle relazioni sindacali, ma anche dei rapporti diretti con il personale che dovrebbe dirigere.


Infatti, ignorare il documento scaturito da un’assemblea del personale e accompagnato dalla pressoché totalità delle firme del personale stesso, significa tentare di delegittimare l’assemblea e  disconoscere qualsiasi dignità ai lavoratori presenti presso l’Agenzia. Chiamare, poi, la Polizia per allontanare due dirigenti sindacali appare come la ciliegina sulla torta di come si intendano gestire le relazioni sindacali prossime e future.


Del resto cosa ci possiamo aspettare da un D.G. che pensa e sostiene, come fosse a casa sua,  di invitare, (per gentile concessione?) le OO.SS. e non di convocarle come previsto dalle leggi, dagli Accordi Quadro , dai CCNL?


Cosa ci possiamo aspettare da un D.G., che ignorando completamente le vicende che nell’ultimo anno hanno causato, a tutt’oggi,  i mancati pagamenti del FUA 2016 e 2017 e la riduzione dei loro importi con grave danno per i lavoratori, propone una suddivisione che, se applicata, creerebbe gravissime disuguaglianze e pesanti sperequazioni tra il personale?


Per dirne solo una nella bozza proposta dall’Amministrazione il 10% delle risorse totali del FUA dovrebbero essere sottratte a uso  e consumo dell’Amministrazione per remunerare quelli che hanno avuto (da chi, perché e in base a cosa?) posizioni di responsabilità.


Ricordiamo che la percentuale da, eventualmente, assegnare alle posizioni di responsabilità deve essere decisa  insieme alle OO.SS. Invece Pirrone ha deciso autonomamente quali, quante fossero e, soprattutto, quanto devono essere pagate; come se i soldi del FUA fossero di sua proprietà e non frutto di accordi contrattuali e sottratti direttamente agli aumenti dei lavoratori stessi.


Ma del resto, chi ritiene di essere a casa propria pensa di poter fare a piacimento ciò che più gli aggrada e che il confronto con le OO.SS. (in particolare con quelle conflittuali come la USB) sia uno spiacevole e fastidioso contrattempo da liquidare o con la sufficienza o con eccessi di  autoritarismo fino a chiamare la forza pubblica.


Alla faccia del confronto, del rispetto dei ruoli, di quello dei lavoratori e, soprattutto, della democrazia.  


Da ultimo registriamo l’assordante silenzio delle altre OO.SS presenti, anche difronte all’enormità della richiesta di intervento della polizia da parte dell’amministrazione. Essere complici fino in fondo significa anche sminuire il proprio ruolo, aprire le porte affinché tale atteggiamento si ripeta e divenga quasi naturale con chi di volta in volta risulti  poco gradito al padrone delle ferriere di turno.



                                         
USB/P.I. Coordinamento Nazionale Ministero Lavoro, INL e ANPAL