Accordo su famiglie professionali, USB: la nostra visione

Roma -

Molta carne al fuoco nell’incontro organizzato lunedì 5 giugno con le OO.SS. per definire l’individuazione delle famiglie professionali e per iniziare a discutere, proposte alla mano, di altri importanti questioni collegate all’ordinamento professionale.

Ci è stata presentata un’ipotesi di accordo sull’individuazione delle famiglie professionali e, dopo parecchie insistenze di parte sindacale, una prima bozza di disciplina su progressioni orizzontali, verticali, profili di ruolo, cambio famiglia e mobilità territoriale.

Daremo informazioni separate in due comunicati (Parte Prima e Parte Seconda) in modo da far comprendere le nostre posizioni ed informare dettagliatamente su ciò che si profila.

Anzitutto si è posta la necessità di accellerare sull’accordo relativo all’individuazione delle famiglie professionali, passaggio essenziale per procedere alla definizione di tutto il resto.

In merito alla bozza di accordo presentata dall’Amministrazione l’USB ha chiarito che si sono fatti dei passi in avanti rispetto alla proposta iniziale (ad es. distinzione famiglie ispettori del lavoro e ispettore tecnico) e ribadito di non intravedere specifici rischi nella trasposizione delle professionalità esistenti nelle “nuove” cinque famiglie professionali.

In definitiva, un accordo che non stravolge e si limita alla fotografia dell’esistente. Una fotografia che non brilla certo per nitidezza e prospettiva futura.

Proprio su questo abbiamo avuto modo di far presente alla dott.ssa Feola e al dott. Pennesi che la costruzione di un nuovo ordinamento professionale dovrebbe avere un impatto rilevante sull’organizzazione del lavoro e, per questo, abbiamo chiesto all’amministrazione uno specifico e urgente intervento diretto alla modifica dell’attuale funzionigramma dell’INL.

Abbiamo insistito perché una delle piaghe più dolorose all’interno dell’INL, causa carenze d’organico in tutti i settori, è la percentualizzazione su più processi dellla maggior parte del lavoro prestato dal personale.

Dal 2017 si è persa per strada quasi la metà degli assistenti amministrativi e per i pochi rimasti, oggetto di uno sfrenato mansionismo, non si è pensato ad alcun percorso formativo concreto, nè intravisto alcun miglioramento economico. Molti ispettori sono stati dirottati sui processi servizi all’utenza e legale-contenzionso e hanno acquisito le competenze di funzionari amministrativi conservando tessere e inquadramento ispettivo, a volte per scelta, spesso per carenze d’organico o professionalità. Il lavoro per processi, con l’annesso funzionigramma del 2019, accolto con rulli di tamburi e grande clamore, è rimasto sulla carta e modellato dai direttori locali sulla base delle esigenze contingenti.

Per noi è arrivato il tempo di superare questo sistema organizzativo!

Non crediamo affatto che la gattopardesca riorganizzazone del 2019 sia stata efficace per migliorare l’operatività degli uffici periferici. In parecchi territori imperversano repubbliche autonome rette da dirigenti che piegano sovente le norme organizzative in direzione delle aspettative di chi risponde sempre “Signorsì!”. Non si capisce (e abbiamo espresso forte preoccupazione in tal senso) se e quando verranno assunti nuovi assistenti amministrativi a fronte di organici ormai all’osso.

Prima di pensare a come far in modo che i responsabili di processo restino sempre al guinzaglio del direttore locale, sarebbe doveroso occuparsi della qualità della classe dirigente dell’INL. Abbiamo suggerito di partire da un processo di selezione dei dirigenti sui territori che assicuri competenza e rotazione nell’attribuzione degli incarichi anzichè assistere alla proroga e relativa sedimentazione di signorìe fino a 10 anni, come ultimamente si è registrato all’interno dei nostri uffici.

Una svolta costruttiva potrebbe essere impressa da dirigenti capaci e competenti che conoscono le attività e si occupino della gestione dei servizi e della vigilanza, con processi misurativi meno arbitrari e, magari, senza ripetere le squallide cooptazioni avvenute con le selezioni per le posizioni organizzative.

E’ necessario un cambio di rotta mediante il quale superare le nefandezze organizzative degli ultimi anni e certe prassi che premiano i più ubbidienti, i più servili, in cui conta molto farsi marionetta ubbidiente piuttosto che dimostrare di avere qualità e garantire impegno.

Posto tutto ciò, in tema di individuazione famiglie professionali non sono state accolte le nostre proposte relative all’Area delle Elevate Professionalità che, pur nascendo vuota, prevede per la sua implementazione l’uso delle risorse destinate alle facoltà assunzionali.

Su questo punto abbiamo ancora una volta insistito affinchè le risorse economiche vengano dirottate interamente sulle progressioni e su tutte le altre procedure che siano capaci di produrre un miglioramento delle condizioni attuali del personale in servizio. Considerati i numeri (44 posizioni in totale, di cui 22 riservati al personale interno) e la copertura economica che avverrà con i risparmi da cessazioni servizio (c.d. turnover) restiamo fermamente contrari ad una simile operazione che darà sbocco ad una ventina di interni (€ 60.000 a lordo dipendente per ciascun Elevato), scelti non si sa ancora sulla base di quali criteri e retribuiti con poste di bilancio che potrebberoessere destinate ad altro.

Un accordo che prevede un tale sproposito a danno di tutti e a beneficio di pochi non vedrà di certo la nostra firma in calce.

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Intanto nel decreto “Lavoro”, atteso il 13 giugno al Senato e il 23 giugno alla Camera per la conversione definitiva, nessun emendamento è previsto sui tre anni di arretrati perequazione per tutto il personale INL e ANPAL. Il dott. Pennesi ha sottolineato che gli avanzi di bilancio sarebbero disponibili ma che dal vertice politico non è arrivato alcun riscontro. Insomma, lo scaricabarile continua. Dato che di convocazioni e di provvedimenti concreti da parte della Ministra non se ne vedono l’ombra sarebbe il caso di dare avvio ad una mobilitazione di massa su tutti i territori e organizzare altre giornate di lotta.

L’USB è l’unico sindacato che ha dato concretezza allo stato d’agitazione, non avendolo mai sospeso, neanche di fronte al riconoscimento della perequazione da gennaio 2023.

L’USB, con i fatti, ha dato voce e peso alle istanze di tutto il personale di INL e ANPAL organizzando il presidio del 19 Maggio a Roma.

Coerentemente alla nostra linea e di fronte all’immobilità del vertice politico restiamo fermamente convinti che l’unica strada percorribile sia quella di mettere a terra tutta la determinazione ed il coraggio in una nuova stagione di conflitto e mobilitazione.

Roma, 6 giugno 2023

USB P.I.

Coordinamento Nazionale INL-MLPS-ANPAL