ACCESSI ISPETTIVI CRESCONO ….. COL TRUCCO!

Roma -

 

La riforma dei servizi ispettivi prevista dalla legge 30/04 e dal D. Lgs. 124, ha modificato radicalmente i poteri e le funzioni ispettive  assegnando un ruolo preminente alla consulenza e all’istituto della conciliazione in sostituzione della attività  repressiva, come indicato più di recente dalla direttiva del Ministro Sacconi. Abbiamo espresso in numerosi comunicati il nostro giudizio negativo e articolato in merito alla riorganizzazione dei servizi ispettivi a seguito di norme di stampo neo liberista che pretendono di far coincidere i profitti delle imprese con l’interesse generale della collettività e, di conseguenza, affievoliscono i controlli e il sistema sanzionatorio, indeboliscono i contratti collettivi nazionali fino alla loro vanificazione, isolano i lavoratori e lasciano alle aziende le briglie sciolte per precarizzare il lavoro quanto più possibile,  senza peraltro mai smettere di ricorrere al lavoro nero.  Oggi, grazie alla crisi determinata dalle banche e dalla furia dei venti speculativi, l’offensiva di classe è arrivata ad un punto tale che non solo si stravolge l’intero diritto del lavoro (v. collegato lavoro) ma, come insegna Pomigliano, si pretende addirittura il consenso dei lavoratori all’attacco frontale di diritti fondamentali e si fa fuoco e fiamme se una consistente parte di essi dice semplicemente di no …  anche con il nostro avallo NO!

Quello che vogliamo però evidenziare con questo nuovo comunicato è la subalternità codina dei nostri Uffici al potere politico, con la perdita di ogni briciola di autonomia. E’ ovvio che le leggi vanno rispettate ma le leggi possono dimostrarsi, alla prova dei fatti, buone leggi o cattive leggi e in questo secondo caso si revisionano o si abrogano, o almeno in teoria si dovrebbe. S’era detto e scritto, peraltro contro ogni logica, che le conciliazioni monocratiche  non solo non avrebbero in alcun modo inficiato la vigilanza esterna  ma che, anzi, avrebbero senz’altro permesso ai dirigenti, col personale ispettivo meno oberato da tante richieste d’intervento spesso strumentali o infondate, di organizzare meglio i controlli sui luoghi di lavoro e sui territori anche su iniziativa,  privilegiando la qualità delle ispezioni  sulla quantità delle stesse, a maggiore tutela dei lavoratori (sic!) 

Ora, a parte le ispezioni notturne che, ove più ove meno, si organizzano puntando però sempre sullo spirito di dedizione degli ispettori a cui, se va bene, si offre qualche attività extraistituzionale come ricompensa e che alla fine, coi riposi compensativi, finiscono col sottrarre personale ispettivo nell’attività diurna, non ci sembra che la vigilanza esterna abbia registrato un significativo incremento dal rapido smaltimento di molte pratiche in virtù dell’istituto della conciliazione monocratica.

A meno  di prendere  in seria considerazione operazioni, tanto emergenziali quanto propagandistiche, come il trasferimento forzoso degli ispettori toscani (da Lucca, Pistoia, Firenze) a Prato dopo l’infortunio mortale di questa estate,  di cui è stato vittima un imprenditore cinese precipitato dal tetto di un capannone: gli ispettori volontari dalla DPL di Massa  non li hanno voluti  perché troppo distanti da Prato e i neo assunti, come si sa,  non fanno gli ispettori poiché assorbiti quasi tutti dalla macchina burocratica del ministero, (anche grazie a Cisl e Uil.) Se  a Prato, nel  cosiddetto cuore dell’illegalità, dovessero tornare le telecamere della TV, almeno il Ministro non ci fa una  figura troppo barbina … sulla pelle degli ispettori!

Oppure, a meno di prendere per buone  le statistiche conseguenti al costante monitoraggio dell’attività ispettiva preteso, dai legislatori neoliberisti, come contrappeso al ruolo di consulenza e al potere conciliativo dell’ispettore del lavoro, in alternativa a quello di controllo.

Tanto per far vedere che l’intenzione non è quella di ridurre, fino  magari ad abolire, gli accessi ispettivi nelle aziende, per carità d’iddio!!!

La Direzione Generale per l’Attività Ispettiva è sempre stata molto solerte e puntuale nell’inviare al corpo ispettivo circolari con cui si invita a potenziare  l’istituto “innovativo” e deflativo  della conciliazione monocratica, specialmente se preventiva. Infatti, come ben sappiamo, la percentuale delle conciliazioni preventive riuscite, messa in rapporto alle richieste di intervento,  incide più di tutto  sul  punteggio nella Tabella Qualità con cui viene valutata l’attività ispettiva all’interno dei nostri Uffici. In poche parole la tanto decantata “vigilanza di qualità” si fonda essenzialmente su istituti che con la vigilanza hanno ben poco a che vedere!

La stessa D.G.A.I., non a caso, dimostra però assai meno solerzia nel raccomandare ai direttori delle DPL di dare ai propri dipendenti disposizioni chiare, omogenee e coerenti,  e soprattutto  messe per iscritto, su come considerare la conciliazione monocratica, se come ispezione o strumento alternativo all’ispezione, come è nei fatti visto che, preventiva o contestuale che essa sia, impedisce e annulla ogni ulteriore accertamento ispettivo senza  peraltro far entrare neppure un centesimo nelle casse dello Stato. Questo, nella prassi, avviene ormai anche nel caso di lavoratori trovati totalmente a nero.

Oppure come considerare le verifiche ispettive presso gli studi dei consulenti: sono accessi, sono ispezioni o sono entrambe le cose?  E così via.   Insomma non sembra ci sia alcuna volontà di fare chiarezza su cosa significa concretamente la generica definizione di “presenza sul territorio”.

Per esempio, gli accessi ispettivi in azienda  fanno presenza sul territorio allo stesso modo del servizio esterno degli ispettori presso i consulenti del lavoro?

Noi crediamo che la mancanza a tutt’oggi di indicazioni precise nella maggior parte dei nostri Uffici  abbia come obiettivo quello di  raggiungere, a causa della confusione voluta, il duplice risultato di:

1) raggiungere gli obiettivi per la tanto osannata produttività e per la conseguente  “sana” competizione tra gli Uffici.

2) intervenire positivamente sull’indicatore della presenza sul territorio, al fine di dimostrare che la vigilanza  presso le aziende, con i nuovi istituti “innovativi” introdotti,  come la conciliazione monocratica, non patisce un decremento, anzi!

 E l’opinione pubblica è gabbata.

Tutto questo, e molto altro ancora, purtroppo ci rafforza nel convincimento che,  trucchetti a parte,  non ci sono monitoraggi che tengano di fronte al fatto che  il lavoro nero è considerato, nel nostro “sfortunato” paese, l’antidoto più efficace alla disoccupazione e le sanzioni sulla sicurezza, tra l’altro più che dimezzate dal governo in carica  col decreto correttivo n.109/09, un lusso che le aziende non si possono  permettere, come ha detto  di recente  lo stesso ministro Tremonti.

Noi vogliamo che venga restituita dignità e autonomia all’attività degli ispettori del Ministero del lavoro, che non siano considerati alla stregua di meri collaboratori dei consulenti, che  vengano retribuiti con stipendi adeguati e non sottobanco, una tantum, con gettoni di presenza o parcelle per attività extraistituzionali elargite a mo’ di premi di fedeltà, che siano messi nella condizione di operare in modo omogeneo e senza che si formino dentro gli Uffici aree di pensiero contrapposte dietro cui si nascondono solo rivalità  e individualismi, che non si sentano abbandonati a se stessi quando vanno incontro a denunce da parte di datori di lavoro, spesso arroganti,  i quali non disdegnano di usare anche l’arma del ricatto morale addossando agli ispettori, quando vengono “pizzicati”, la responsabilità dei licenziamenti se non addirittura della chiusura dell’attività.

 Soprattutto noi vorremmo che gli ispettori alzassero la testa, che rivendicassero i loro diritti, che denunciassero la perdita progressiva della loro funzione a discapito delle tutele dei lavoratori, senza teoremi o ideologismi,  ma a partire dalla concretezza dei fatti.

         Per questo ci piacerebbe costruire insieme al personale ispettivo tutto una assemblea nazionale, non come sfogatoio dei tanti disagi, ma come momento di analisi, di denuncia, di proposte, di  rivendicazioni e quindi di lotta.

               Se ci siete, battete un colpo!

 

Roma, 7 ottobre 2010     

RdB/P.I. Coordinamento Nazionale Lavoro e P.S.