26 maggio 2009. Le donne in piazza a Palazzo Chigi per la difesa dei loro diritti
22 maggio 2009 - Comunicato Stampa
26 maggio 2009 ore 11.00: le donne in piazza a Palazzo Chigi per la difesa dei loro diritti, contro l’innalzamento dell’età pensionabile, per l’applicazione del sistema di leggi di tutela della maternità e paternità, per il mantenimento dei livelli di occupazione e l’attuazione di politiche per l’inserimento dei precari nel mercato del lavoro, contro la violenza sul corpo della donna
Le confederazioni di base di RdB Cub- SdL Intercategoriale – Cobas scendono in piazza a Montecitorio il 26 maggio alle 11.30 dove, insieme ai lavoratori ed alle lavoratrici del Pubblico Impiego della sanità, alle madri organizzate di Alitalia Cai, manifesteranno per la difesa dei loro diritti.
Innalzamento dell’età pensionabile delle donne ed equiparazione alle pensioni di vecchiaia degli uomini, reintroduzione del part time come diritto dei lavoratori nel pubblico impiego e non come facoltà dell’amministrazione, applicazione delle tutele previste dal Testo Unico della Maternità e Paternità a tutte le realtà lavorative di questo paese, riduzione delle disponibilità dei posti di lavoro, tagli previsti dalla finanziaria della occupazione nella scuola pubblica e nella sanità, tutto questo ha dirette ricadute sulla condizione sociale delle lavoratrici che pagano per prime il costo della crisi oltre alla vigilanza e la protezione contro la violenza sul corpo delle donne che è stata affidata alla presenza delle ronde quando è certo che la stragrande maggioranza degli stupri avviene tra le mura domestiche.
Questi sono i temi di attualità con i quali le donne stanno facendo i conti impegnate nella difesa delle garanzie ottenute in anni di lotte.
Il governo ha spesso tirato in ballo la Comunità Europea per giustificare il tentativo di modifica delle leggi italiane esistenti, dimenticando che grazie a questo sistema di diritto è a malapena possibile la conciliazione della vita attiva delle donne impiegate e la gestione delle loro famiglie. Le lavoratrici affrontano la quotidianità senza servizi, senza asili nido, senza assistenza garantita agli anziani, senza il supporto dello stato e senza sussidi.
Oggi, richiamando la sentenza della Corte di Giustizia Europea che stabilisce l’obbligo di parificazione delle età pensionabili, il Ministro Brunetta vuole eliminare un beneficio. Per le donne non è una vittoria.
In Alitalia Cai, caso unico tra le grandi aziende italiane, non è applicata la Legge 151/01 per effetto di un artificio nella costruzione della lettera di assunzione riconosciuto nei giudizi. Contrariamente a quanto accettato dalla nuova azienda nei contratti e nella tutela prevista per la assunzione di categorie deboli. Le controversie scaturite da tale posizione aziendale sorda alle necessità delle famiglie sono in corso. Anche questa vicenda è iniziata sotto la spinta di una procedura di infrazione aperta dalla Comunità Europea. Ma non è certo messa in discussione la protezione della salute delle donne nel periodo di gestazione e maternità ma il carattere vincolante della normativa italiana.
Sono stati versati fiumi d’inchiostro e le donne oggi manifestano con rabbia per questa ingiustizia.
Nella scuola, nella sanità, nelle aziende private le donne sono penalizzate. Nel pubblico impiego le donne sono la maggioranza degli occupati. Le donne non permetteranno alcun arretramento. Difenderanno ogni diritto faticosamente conquistato.
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