ISPETTORATO NAZIONALE DEL LAVORO. GLI ASINI NON VOLANO

C’è una favola che gira tra gli ispettori ordinari:
“Vai a fare l’accertatore per gli Istituti, precostituisci le condizioni e, prima o poi, ti verrà riconosciuto lo stesso trattamento economico e normativo degli ispettori di quegli istituti.
Non è forse la stessa Costituzione a stabilire che a uguale lavoro debba corrispondere un uguale salario?

Non desta meraviglia che a raccontare questa favola sia l’associazione del grande capo, ovvero di chi ha creato questa situazione, ma quella che fa maggiormente arrabbiare è la complicità di quelle organizzazioni sindacali che si assicurano di non disturbare il manovratore millantando future cause in tribunale.

Dove erano e sono queste organizzazioni sindacali quando gli ex accertatori, che da decenni svolgono lo stesso, identico lavoro dei colleghi, percepiscono uno stipendio più basso?

Noi, come RdB a suo tempo le cause le abbiamo fatte, e  con alterne fortune, nonostante si parlasse di lavoratori dipendenti della medesima amministrazione!

Ci spiace che, come al solito, ci tocca fare le Cassandre, ma questa favola è un imbroglio.

Gli ispettori ordinari sono dipendenti dell’Ispettorato, mentre gli ispettori degli Istituti restano e resteranno dipendenti degli Istituti, con contratti diversi e trattamenti diversi.
L’unica equiparazione prevista - se mai e quando verranno individuate le risorse – riguarda il solo trattamento di missione (ad esempio l’indennità di mansione non c’entra nulla).

Questo è un dato di fatto e a partire da questo chiediamo agli ispettori ordinari di fare mente locale alla loro attività.
Un po’ a tutti sarà capitato di imbattersi in situazioni in cui i dipendenti di un appaltatore – magari di una cooperativa, svolgevano un’attività identica a quella dei dipendenti dell’appaltante. Ferma restando la verifica della correttezza dell’appalto, da una simile circostanza è mai potuta scaturire l’equiparazione del trattamento del personale dell’appaltatore a quello del personale dell’appaltante?

Chiediamo agli ispettori ordinari di darsi una risposta e, con una battuta – solo una battuta, perché è umano credere a ciò che fa comodo senza ragionare – viene da chiedere a chi ha abboccato alla bufala: “E’ forse questo il Paese dove volano gli asini?”.

Il problema è che gli ispettori ordinari che in queste settimane fanno a gara per finire nelle aree previdenziali ed assicurative stanno insaponando la corda con cui rischiano di venire impiccati.
Infatti con il loro comportamento sollevano l’amministrazione dalla necessità di risolvere la questione: se il servizio parte alle condizioni date, perché porsi il problema?

Al contrario solo creando il problema, solo impedendo l’efficace avvio dell’attività così come è disegnata nella circolare n. “2” gli ispettori avranno il potere contrattuale per ottenere quello che è giusto.

Comunque, noi che difendiamo la funzione sociale dell’ispezione del lavoro non saremo mai disposti ad accettare che il baratto posto in essere tra Ministero ed Istituti si traduca nel depotenziamento dell’attività ispettiva e della tutela dei lavoratori tutti.

NESSUNA RIDUZIONE DELLA VIGILANZA ORDINARIA

NESSUNA ATTIVITA’ PER GLI ISTITUTI
SENZA ADEGUAMENTO ALLE CONZIONI ECONOMICHE E NORMATIVE MIGLIORI

U.S.B. Pubblico Impiego – Coordinamento Ispettorato Nazionale del Lavoro