DPL TERNI: ACCORDI A PERDERE

Roma -

Ci viene segnalato da alcuni lavoratori una sorta di accordo “chicca” sull’orario di lavoro siglato in data 15.12.2009 presso la DPL di Terni dalle RSU CGIL CISL e UIL e dai rispettivi territoriali. In particolare tale accordo stravolge quanto contenuto nell’Accordo Nazionale relativamente alla fruizione dell’orario di lavoro articolato su cinque giorni con rientri di 7 ore e 12 minuti.

         A tale proposito giova ricordare che l’accordo nazionale prevede che tale tipologia oraria possa essere utilizzata dal 30% del personale e che, solo nel caso di una eventuale eccedenza tra la “domanda e l’offerta” corre l’obbligo, da parte dell’ufficio, di stilare una graduatoria applicando le condizioni di priorità previste dall’ Accordo sulla mobilità interna del personale.

         Ebbene, in preda ad una sorta di vero e proprio furore masochistico, i rappresentanti sindacali (RSU e Territoriali) in quel di Terni sottoscrivono un accordo relativamente alla suddetta tipologia di orario di lavoro stabilendo che, al fine di contenere la spesa dovuta per i buoni pasto, tale tipologia:

-         non possa eccedere da una percentuale superiore al 15% del personale in servizio presso ciascuna unità operativa;

-          debba essere presa in considerazione solo in presenza di oggettive e documentate esigenze di carattere personale quali (citiamo testualmente): accudienza della prole di età inferiore ad anni 12, in relazione agli orari di chiusura delle strutture scolastiche, residenza al di fuori del territorio cittadino, in relazione agli orari dei mezzi di trasporto pubblici ordinariamente impiegati, altre situazioni di carattere personale o familiare rispetto alle quali l’ordinaria articolazione oraria su due rientri risulti incompatibile;

-          ha durata trimestrale ???? e le relative istanze devono essere presentate entro il 15 dicembre, il 15 marzo, il 15 giugno e il 15 settembre di ciascun anno, con decorrenza, rispettivamente, dal 1 gennaio,dal 1 aprile, dal 1 luglio e dal 1ottobre successivi ???? (I punti interrogativi sono stati, chiaramente, aggiunti da chi scrive che ha riscontrato non poca difficoltà nel credere a ciò che è stilato, approvato e firmato in un simile accordo da RSU e Territoriali di CGIL CISL e UIL !!!!)

Ancora più incredibile ci appare che tutto questo avvenga in un Ufficio che, a quanto  risulta a questa O.S., ha visto presentare le domande per usufruire di tale tipologia di orario di lavoro solo da 3 lavoratori  su 50 !!!

Ma forse c’è una spiegazione per la scarsità delle domande presentate e va ricercata  nel clima  di soggezione psicologica che attraversa la DPL di Terni così come ormai buona parte degli uffici periferici del Ministero del Lavoro, dove i veri problemi sono ben altri e riguardano non certo i lavoratori ma, per esempio, la perdita progressiva e inesorabile di funzioni, a cominciare da quella ispettiva.

Fermo restando che stravolgere un buon accordo come quello nazionale sull’orario di lavoro ci sembra una pratica che a dir poco GRIDA VENDETTA, viene da chiedersi: tutto questo al fine di risparmiare pochi buoni pasto ?!?

Che lo facciano i rappresentanti dell’amministrazione, ossequiosi ai diktat brunettiani, per dimostrare quanto sono bravi nel contenere quattro soldi di spesa pubblica penalizzando i già miseri salari dei lavoratori può, a nostro avviso, avere anche un senso.  Che questo venga approvato e siglato da rappresentanti sindacali la riteniamo una sorta di perversa involuzione che rappresenta un precedente gravissimo nelle relazioni sindacali all’interno della nostra Amministrazione e getta una trista luce su chi, anziché difendere i diritti dei lavoratori, collabora attivamente ad innestare quel clima di soggezione di cui parlavamo sopra.

E’ vero mala tempora currunt e currunt anche i lavoratori che penalizzati da recenti accordi sulla produttività, sul CCNI ed altro, si trovano ora ad un bivio dove dovranno scegliere se chinare il capo di fronte all’arroganza delle determinazioni politiche di chi vuole fare della Pubblica Amministrazione tabula rasa oppure alzare finalmente la testa ed opporsi rivendicando salario, diritti e dignità.

Noi continueremo a batterci per la seconda opzione e invitiamo le OO.SS.  e le RSU a fare altrettanto ritirando la propria firma da tale “accordo a perdere”. 

 

Roma, 12 aprile 2010                       RdB/CUB Coordinamento Nazionale Lavoro e Politiche Sociali