LA CIRCOLARE DEL CAPO

Roma -

La terza bozza di circolare sull’organizzazione del personale dell’INL presentataci il 19 gennaio è un po’ meglio della seconda bozza che, a sua volta, era un po’ meglio della prima. Tali miglioramenti sono il risultato dei rilievi  fatti al tavolo durante gli incontri dalle OO.SS. presenti le quali,  in più passaggi, hanno espresso soddisfazione per i cambiamenti apportati e per l’apertura al dialogo  dimostrata da Pennesi/Papa, auspicio della ripresa anche per il futuro di buone relazioni sindacali: finalmente, era ora!  La circolare definitiva ulteriormente limata e “migliorata” è uscita.
Bene, anzi benissimo, senonché è tutto un bluff!
La standardizzazione  e la procedimentalizzazione dell’attività ispettiva, cioè in altri termini meno  ampollosi il rigido sistema di controllo  delle procedure ispettive da parte della burocrazia interna agli uffici,   a cui in effetti  da tempo ormai si è adattato un gran numero di ispettori del lavoro,  potremmo dire nello stesso modo e con la stessa predisposizione d’animo con cui l’essere umano è in grado di adattarsi agli esiti delle catastrofi naturali,  e che giustamente  oggi preoccupata i lavoratori dell’Inps e dell’ Inail, resta tal quale mascherata solo da una operazione di maquillage.   E’ vero che l’incredibile nota circolare del 12/06/2009 (linee guida sulla procedimentalizzazione dell’attività ispettiva) da noi in più occasioni denunciata per aver tolto ogni autonomia all’ispettore di fatto riducendolo a mero esecutore di ordini, è stata definita “superata”.
 Per rinfrescare la memoria riportiamo  qui sotto un brano saliente di quella circolare del 2009 a firma del D.G. Paolo Pennesi:
“…l’attività di verifica e controllo dei funzionari ispettivi e sui conseguenti provvedimenti adottati, è formalizzata mediante l’apposizione da parte del funzionario coordinatore della struttura operativa, di una propria sigla in calce al verbale conclusivo dell’accertamento, non potendo quest’ultimo essere adottato senza che sia stato esaminato ed “approvato” dal diretto coordinatore del funzionario estensore. Conseguentemente non possono essere notificati o trasmessi provvedimenti e atti ispettivi  privi della sigla del responsabile coordinatore.  Resta fermo che eventuali profili di “contrasto” tra personale ispettivo e responsabile coordinatore vanno necessariamente risolti dal Dirigente della struttura territoriale, il quale assicura comunque la correttezza e l’uniformità dell’azione ispettiva.  In casi del tutto eccezionali dettati dalla assoluta impossibilità di “comporre” il contrasto insorto, il Dirigente dell’ufficio potrà “avocare” la pratica per assegnarla ad altro funzionario. In quest’ultima ipotesi il Dirigente valuterà l’opportunità di adottare ulteriori iniziative, qualora nei confronti di uno stesso soggetto il ricorso all’istituto dell’avocazione dovesse assumere carattere ricorrente e “patologico”…”
Peccato che nei fatti, tale nota circolare del 2009, semmai, è drammaticamente superata dall’ennesimo e stavolta definitivo (nelle intenzioni) stravolgimento “standardizzato” della funzione ispettiva, come dire che non c’è fondo al peggio.
Mentre 1/3 degli ispettori del lavoro  (sulla carta in tutto 2897 nel 2015 cioè 962 in meno rispetto al 2009) a rotazione andrà ad implementare il contingente degli istituti per  l’attività propria degli istituti stessi, i restanti 2/3, come ha ben specificato Pennesi nel suo intervento conclusivo, saranno impegnati sul fronte delle conciliazioni monocratiche e su quello del lavoro nero,  insomma da una parte   sempre recupero crediti veloci e ultra - dimezzati  (inoltre quando le conciliazioni monocratiche hanno esito negativo  in svariati uffici non vengono nemmeno messe ad ispezione, magari perché il lavoratore non lo richiede espressamente), dall’altra parte continuerà la giostra degli accessi brevi,  cioè si  rafforzerà l’azione repressiva  avverso i … “pizzettari” e similari, con buona pace per la sicurezza dell’ispettore e per la sua autostima.
 Quindi, se si continuerà nella logica dei numeri, della lotta al sommerso con obiettivo le micro imprese etniche o italiane che siano e nella logica delle “tabelle qualità”, tenendo anche conto del numero ulteriormente ridotto degli ispettori adibiti all’uopo, non c’è senz’altro bisogno di una nota circolare siffatta come quella del 2009: tanto ormai che razza di contenzioso potrebbe insorgere?
Nella terza bozza della circolare INL a pag. 6 all’inizio del capitolo Disposizioni comuni si scrive:
“In relazione alla vigilanza previdenziale ed assicurativa e alle procedure sopra indicate va evidenziato che le comunicazioni del Dirigente o, per esso, del Coordinatore della vigilanza agli Istituti costituiscono formale autorizzazione per gli stessi Enti previdenziali alla predisposizione e invio dell’incarico di missione del personale Inps e Inail…”
Dunque la c.d. “procedimentalizzazione” che sembra cacciata dalla porta a pag. 4  nella stessa circolare rientra, con una operazione di maquillage,  a pag. 6, per giunta in grassetto! In pratica, al di là di tutte le chiacchiere profuse in questi anni, l’obiettivo portato a casa da Pennesi e dal governo è il controllo e la messa sotto tutela della vigilanza degli istituti. Infatti, come abbiamo già scritto:

“Ogni possibilità di autodeterminazione e di autonomia - finora godute dagli ispettori degli istituti - viene eliminata e sarà il Capo dell’Ispettorato a stabilire chi, quando, come e perché deve subire un accertamento previdenziale o assicurativo, con la possibilità di indirizzare politicamente un’arma che nel 2016 ha significato, ad esempio nell’Inps, il recupero di oltre un miliardo e cento milioni di contributi.”

Gli ispettori tecnici resteranno circa 300 a meno che a tale numero non si aggiungeranno dei volontari anche se sprovvisti di preparazione tecnica specifica, la promessa è di assumerne qualche centinaio in un indefinito futuro.
Gli Ispettori del lavoro continueranno ad usufruire del D.M. incentivi da cui non dovranno essere esclusi gli ispettori “rotanti”, questi ultimi lavoreranno gomito a gomito con ispettori che, a differenza di loro, percepiscono 400 euro in più al mese per lo svolgimento dell’identica funzione.
Tutti comunque saranno felicemente formati.
Per il personale amministrativo non ispettivo solo brevi cenni in merito all’inevitabile aumento dei carichi di lavoro, essendo le loro problematiche ed aspettative su quel tavolo  “fuori tema”, meglio dire “fuori sacco”.
Però questa nostra è una visione pessimistica, tutti  - eccetto noi - sembrano fiduciosi  nell’arrivo di risorse che presto permetteranno di omogeneizzare le  differenti retribuzioni  non al ribasso,  fiduciosi nell’impegno dei Vertici dell’INL in questa direzione (beninteso arroganza del MEF permettendo), fiduciosi in una formazione non a costo zero e dunque non “a cascata” e qualche sigla  sindacale già discetta sulla distribuzione di tali risorse, se debbano essere spalmate in automatico o se invece non sia più opportuno aprire un tavolo per la contrattazione integrativa  dove discutere di salario accessorio nella sua parte fissa e in quella variabile .
Bisognerebbe fare una seduta spiritica ed interpellare Beckett o Ionesco per sapere se tutto ciò meriterebbe una interpretazione nel loro Teatro dell’Assurdo.
A seguire inviamo il documento dell’USB - INL con le motivazioni che ci inducono a proclamare lo Stato di Agitazione di TUTTO il personale INL e ad indire nell’ immediato un’Assemblea Nazionale per discutere tutti insieme i contenuti della nostra piattaforma ed organizzare  le forme di mobilitazione collettiva.
 

Roma, 30/01/2017
USB - Ispettorato Nazionale Lavoro